Whatsapp inserisce i messaggi a tempo mentre aumentano i reati di pedopornografia on line.
La decisione di autodistruggere i messaggi dopo ventiquattro ore preoccupa gli organi di controllo: I trasgressori prima adescano i bambini su piattaforme aperte come Instagram e poi li spostano su WhatsApp dove ci sono meno possibilità di essere scoperti.
Tanti sono i cambiamenti che nel corso del tempo sono stati apportati all’applicazione di messaggistica istantanea più usata al mondo, WhatsApp. Creata nel 2009 da WhatsApp Inc., oggi fa parte del gruppo Meta, Inc. L’azienda WhatsApp Inc., stabilita prima a Mountain View in California, si trova oggi a Menlo Park (California), mentre la sede di riferimento per l’Europa è a Dublino, in Irlanda, sotto la denominazione di WhatsApp Ireland Limited.
Oggi non riusciamo nemmeno ad ipotizzarla la nostra vita senza WhatsApp, abituati a scrivere messaggini a qualsiasi ora del giorno e della notte. Tutti ci siamo affidati, durante questo difficile periodo, alle videochiamate su WhatsApp per raggiungere i nostri cari e per riuscire a mantenere i rapporti sociali.
Qualche tempo fa è bastato che WhatsApp, Facebook ed Instagram fossero down per scatenare nel mondo le reazioni degli utenti.
Tantissime persone trascorrono le loro giornate sulla chat di WhatsApp e sicuramente pur di non perdere la possibilità di accedere alla loro piattaforma del cuore accetteranno sempre ogni modifica dell’app.
In questi giorni HuffPost evidenzia un’altra novità di WhatsApp: “agli utenti verrà data la possibilità di far scomparire i propri messaggi anche dopo 24 ore”. Questo l’annuncio sul blog dell’app.
Come se non bastasse anche Mark Zuckerberg, CEO di Meta, ha scritto sulla sua pagina Facebook: “Non tutti i messaggi devono rimanere per sempre”.
L’anno scorso erano stati introdotti i messaggi “effimeri“ grazie ai quali gli utenti potevano cancellare le chat dopo sette oggi. Adesso, i tempi di eliminazione cambieranno: 24 ore, una settimana, oppure 90 giorni. Trascorso quest’arco temporale, i messaggi effimeri verranno cancellati dalle app dei due interlocutori, come se non fossero mai stati inviati. Ecco, cosa c’è scritto sul blog dell’app: “C’è magia nel sedersi di persona con qualcuno, condividere i pensieri in confidenza, sapendo che ti stai connettendo in privato e in quel momento. La libertà di essere onesti e vulnerabili, sapendo che la conversazione non viene registrata e archiviata da qualche parte per sempre. Dovrebbe essere possibile decidere quanto dura un messaggio”. Si potrà attivare la scomparsa dei messaggi tramite impostazione predefinita.
Il The Guardian riporta che questa decisione è piuttosto contestata. Gli enti di beneficenza per bambini ritengono che questa modifica sia piuttosto pericolosa, unita alla crittografia dei messaggi,
“I trasgressori prima adescano i bambini su piattaforme aperte come Instagram e poi li spostano su WhatsApp dove ci sono meno possibilità di essere scoperti”, ha affermato Andy Burrows, capo della politica online per la sicurezza dei bambini presso l’NSPCC.
“Questa decisione consentirà ai trasgressori di eliminare rapidamente le prove di abusi sui minori, rendendo ancora più difficile per le forze dell’ordine accusare i trasgressori e proteggere i bambini”.
Non si è fatta attendere la risposta del capo della sicurezza di Meta, Antigone Davis: “La nostra recente revisione di alcuni casi storici ha mostrato che saremmo comunque stati in grado di fornire informazioni critiche alle autorità, anche se quei servizi fossero stati crittografati end-to-end”.
Insomma, le criticità ci sono ed è lecito sollevare molti dubbi su quanto sta cambiando all’interno dell’azienda Meta e dei colossi della comunicazione più famosi al mondo.
Da sociologo della comunicazione ho sempre evidenziato quanto siano gravi le violenze sui minori e sopratutto i reati di pedopornografia. La rete, purtroppo, veicola facilmente le immagini dei bambini. Tanti i siti in cui avviene lo scambio di fotografie erotiche che ritraggono minori.
In questi mesi difficili, sconvolti e travolti dalla pandemia, i bambini non solo hanno sofferto per l’isolamento forzato a cui sono stati costretti ma le tante ore trascorse in rete sono diventate, per tanti giovanissimi, una vera e propria trappola. Un articolo di Huffingtonpostriporta i dati rilevati dalla Polizia Postale e delle Comunicazioni sulle nuove percentuali da analizzare. I numeri fanno davvero paura, perché si parla di un incremento del 77 per cento dei reati online nei confronti di bambini e ragazzi. A questa percentuale segue l’aumento del 132 per cento, nel periodo Covid, dei casi di pedopornografia e una crescita degli indagati pari al 90 per cento.
Proprio per questo motivo, si nutre molta preoccupazione per tutte le “innovazioni” che WhatsApp intende introdurre. Bisogna educare le nuove generazioni ad un uso consapevole delle nuove tecnologie, affinché non rimangano vittime della rete. Il mondo di internet cambia e muta continuamente e dobbiamo poterci difendere e sono necessarie regole sicure che responsabilizzino anche i provider. Dobbiamo proteggerci e proteggere, dar vita a leggi severe e farle rispettare.