Vitigno Perricone
Perricone, un vitigno autoctono siciliano che rischiava di sparire per sempre, oggi ripreso con risultati eccellenti.
Quando si parla di Sicilia e di vini rossi, quasi automaticamente si pensa al Nero d’Avola che ha raggiunto ormai una diffusione importantissima anche in termini quantitativi.
È d’obbligo, però, citare un vitigno che rischiava di sparire per sempre. Ha una storia davvero affascinante e vale la pena di raccontarla, anche perchè il Perricone rischiava di finire nell’oblio.
Si tratta di un vitigno autoctono coltivato prevalentemente nella Sicilia occidentale.
La sua origine, come affermato dal prof. Attilio Scienza durante una conferenza tenuta a Tunisi, deriva dall’evoluzione di uve aromatiche originarie dal Mediterraneo orientale, portate dai Greci fino nella Calabria ionica.
Da qui, incrociatesi probabilmente con un antenato del Gaglioppo, sono migrate fino in Sicilia, dando origine al Perricone.
Nel ‘700 e ‘800 questo vitigno veniva utilizzato, assemblato con altre uve siciliane, prevalentemente per produrre il Marsala rubino, apprezzato soprattutto all’estero.
Successivamente, con il declino qualitativo del Marsala (un esempio su tutti quello commercialissimo all’uovo) e l’arrivo della Fillossera che distrusse tantissimi vitigni europei, segnarono quasi la sua fine.
La sua estinzione, per fortuna, fu scongiurata, da un gruppo di vignaioli siciliani che coraggiosamente recuperarono vecchi vigneti, per riprendere la sua vinificazione, in purezza o assemblato con altri vitigni.
Fu una scommessa difficile, ma oggi possiamo certamente dire che è stata vinta alla grande. Non è facile lavorare il Perricone, grazie anche alla importante presenza di tannini che può dare vita a un vino ostico o scontroso.
Pertanto è importante effettuare una selezione certosina delle uve che dovranno essere perfettamente mature.
Per ottenere ottimi vini, bisognerà effettuare una produttività a bassa resa, fermentazione lenta e un lungo affinamento in cantina.
Il risultato finale sarà sicuramente di ottimo livello. Se ancora non lo avete provato, il consiglio è di assaggiarlo assolutamente.
Scoprirete un vino siciliano sorprendente che merita, sicuramente, apprezzamenti migliori in campo nazionale e internazionale.