Una favola al giorno toglie il Coronavirus di torno
“Sembro arcigna ma sono un cuore tenero”. Ed è il suo grande cuore che la porta ogni giorno in diretta Facebook a raccontare fiabe ai bimbi. Fino a quando non c’erano le ordinanze da Coronavirus lo faceva dal vivo, al teatro, magari interpretando i personaggi delle favole più conosciute dai bambini. Oggi, Maria Pia Rizzo, attrice e pedagoga, CO-direttore artistico insieme a Domenico Cucinotta del Teatro dei Naviganti e dei Magazzini del Sale, lo fa da Facebook. Ogni pomeriggio, alle 18, si mette davanti al computer e racconta dalla sua pagina Facebook, con tutto il suo amore e con tutta la sua passione, storie. E incanta in bambini facendo un grande favore ai genitori che li tengono incollati al video e lontano dai telefonini.
Come le è venuta questa idea delle favole su fb?
“La mia categoria, ovvero quella teatrale, è stata la prima a doversi fermare a causa dell’espandersi della epidemia. Mi sono ritrovata a casa sopraffatta da un senso di impotenza. Ma desideravo fare qualcosa di utile. Una delle cose che amo di più nel mio lavoro è la parte dedicata ai più piccoli. E raccontare favole mi piace in ogni caso. Inizialmente ho fatto delle videochiamate perché il contatto visivo con chi mi ascolta era quello che più desideravo, non un contenuto da avere a portata di clic, un appuntamento, un rito, per dirlo con le parole della volpe del piccolo principe. Ma davvero le richieste erano tantissime. Quindi ho optato per la diretta Facebook che é qualcosa che avviene nell’istante ma che può anche essere visto in seguito. E’ uno dei miei riti quotidiani in questa clausura forzata ma anche scelta in nome della sicurezza di tutti”.
Ha paura di questa epidemia?
“Ovviamente ho paura. Tra gli scenari possibili di catastrofi questo era davvero inaspettato. Oltre che per il virus in sé ho paura della perdita della possibilità di immaginare il futuro. Dell’incapacità di progettare. Tento di prefigurarmi cosa avverrà poi, ma mi risulta difficile davvero immaginare il dopo. E spesso non lo immagino positivamente. Per questo amo le favole: perchè garantiscono che la peripezia porterà in ogni caso ad uno scioglimento felice, al lieto fine”.
C’ è una favola o un libro che ha letto che ricorda quanto sta avvenendo?
“A quattordici anni ho letto la peste di Camus. ORANO mi fece pensare a Messina. Questa è la lettura che mi viene alla mente. Ma quello che accade mi riporta anche al teatro dell’assurdo, ad una umanità costretta alla sospensione ed alla solitudine. In questi strani giorni penso a Winnie di Giorni felici, al suo sprofondare nel suo monte di terra, al suo aggrapparsi alla sua sporta. Spero di cuore che questo periodo ci aiuti a restare umani. Ma ho tanta paura del contrario”.