“Un cuore, una faccina, una mano aperta, tre emoticon e poi l’addio, ciao Franz”
Nelle parole di Emilio Pintaldi il ricordo dell’amico Franz Riccobono la cui scomparsa ha addolorato la comunità messinese. Era un uomo colto che amava questa città come pochi. E come spesso accade, nessuno, aveva mai saputo dare alla sua “conoscenza” al suo amore, il giusto risalto.
Era l’uomo più colto ed ironico che abbia mai conosciuto. Riusciva a sdrammatizzare ogni situazione. Aveva la battutina “sempre pronta” che arrivava puntuale anche nella situazione più grave. Era un uomo colto che amava Messina come pochi. E come spesso accade, nessuno, aveva mai saputo dare alla sua “conoscenza” al suo amore, il giusto risalto.
Avrebbe meritato un ruolo istituzionale, magari da assessore alla Cultura, ma nessuno lo aveva chiamato in una squadra di governo.
Franz Riccobono aveva scritto centinaia di libri sugli argomenti più disparati ma con unico filo conduttore: la storia e le tradizioni di Messina. Nella sua bottega “dei ricordi” ti nutrivi di storia attraverso i cimeli che la riempivano. Ho sempre avuto l’ impressione che li vendesse a malincuore quei reperti. Privarsi di quel volume, di quella cartolina, di quel quadro, di quella statuetta, per lui, era come privarsi di un bene di famiglia. Era generoso Franz. Aveva sempre una moneta antica in tasca da regalare al figlio o al nipote dell’ amico. Era come se volesse trasferire l’ amore per la storia.
Indimenticabili le sue trasmissioni televisive con Giuseppe Altomonte in cui, come una sorta di Indiana Jones in salsa messinese, aveva portato i telespettatori nei posti più belli e inaccessibili del territorio provinciale.
Due i suoi chiodi fissi: la Real Cittadella e la processione della Vara che lo aveva visto sempre componente del comitato organizzatore. Divideva il suo amore tra l’ inseparabile moglie e la città. Non aveva perso nemmeno in ospedale la sua fede nella Madonna e la sua ironia. Così, l’ 11 febbraio, al mio ennesimo messaggio preoccupato, qualche giorno prima di essere trasferito in terapia intensiva, rispondeva:
“Procediamo caro Emilio, non è stata una cosa semplice, ma grazie alla Madonna e ai bravi medici spero di venirne fuori.
La notte, la maschera d’ossigeno, non dà tregua. Penso di essermi un po’ insordito…ma già, in parte, lo ero… Tante grazie a te e a tua moglie per l’attenzione e l’affettuosità”.
Qualche ora dopo anche tre emoticon: un cuore, una faccina sorridente e una mano aperta che simulava un saluto.
L’ ultimo tra di noi…
Non ho fatto in tempo a rispondergli. Non ho potuto ricambiare cuore, faccina e saluto. Non mi ha più risposto. In rianimazione non avrebbe potuto.
Addio Franz, indimenticabile amico, uomo colto ed ironico.