Se i cinema chiudono, sicuramente, la colpa è anche mia…
Messina come Catania, Palermo come Roma o Firenze o New York, assistiamo passivi ad una lente marcia funebre delle sale cinematografiche, quelle sale dove mi sono formato , dove ho vissuto da “attore”, come esercente ma, anche e soprattutto come “follower”, pubblico attento nel godere della proiezione dei film in prima o seconda visione e, dal ’70 in poi, coartefice e realizzatore del Milani, gestore ed entusiasta imprenditore dell’Olimpia, del Savio,del Liga di Milazzo e di tantissime altre sale ed arene cinematografiche. La mia educazione , anche sentimentale, si è formata lì, al buio della sala. C’è stato un periodo nel quale riuscivo a vedere anche due film al giorno o andare al cinema per giorni consecutivi. Amavo ricordare uno slogan “ vai al cinema per stare con gli altri, guarda la televisione per stare da solo”
La mia voracità di film era insaziabile, cercavo sui quotidiani ( ancora l’utilizzo della rete era sconosciuto) le news sulle prime,programmavo di andare a vedere tutti i film di Cannes o Venezia, divoravo pane e cinema. Oggi, delle prossime uscite, ne vedrò uno forse due, e dentro di me sento quella vocina subdola e fastidiosa che mi dice: aspetta..fra qualche giorno li vedrai su Sky o Netflix. Le multisale ,diventate anonime, ancorate a centri commerciali, non permettono più di respirare quell’aria di intimità che offriva la monosala. Forse soffro e pecco di superbia cinematografica, la linea divisoria fra me ed i barbari ignoranti di cinema è svanita. Quando vado al cinema la sala è spesso semivuota, spesso deserta…. il cuore mi si spezza, ma ora è diverso perché, senza volerlo, contribuisco anch’io, ineluttabilmente, a questo declino.