Scienziato e ristoratore accusa: Dal governo solo idiozie, mascherine comprese
Il durissimo intervento del Prof. Giacomo Dugo nella nostra intervista.
Di mestiere fa il chimico degli alimenti. Per l’Università, su mandato del rettore Salvatore Cuzzocrea, nel suo laboratorio, ha sfornato migliaia di litri di liquido igienizzante che ha distribuito, per l’ateneo, a migliaia di volontari, Croce rossa, ospedali, militari, medici, e istituzioni.
Per hobby, Giacomo Dugo, uno che non ha peli sulla lingua, fa il ristoratore. Chi meglio di lui può giudicare le nuove linee guide del governo sui ristoranti e sulle pizzerie? Chi può parlarci meglio di lui del particolare momento che sta vivendo il settore della ristorazione?
Professore Dugo quanto è arrabbiato?
“Arrabbiato? Io sono arrabbiatissimo. Noi non moriremo di virus ma moriremo, anzi forse siamo tutti già morti, di paura. Da lunedì scorso sulla carta, hanno aperto tutti. Ma i governanti hanno creato un’atmosfera peggiore. Si scoraggiano le persone ad andare sulla strada. Sa che le dico? Hanno autorizzato le aperture solo per sospendere i benefici che, tra l’altro, non sono mai arrivati. Lo Stato insiste a mettere paura. Questo è il governo della paura. Hanno fatto riaprire i ristoranti per interrompere la cassa integrazione in deroga che, nel 90% dei casi non è mai arrivata. Nessun beneficio per i poveri ristoratori. Restano affitti, fatture per acquisti fatti, rate di mutuo. E la paura della gente non farà mangiare loro e non farà mangiare noi”.
Professore secondo lei c’era bisogno di distanziamenti, gel, guanti e tutte queste rigide disposizioni tra i tavoli?
“In Sicilia 8 contagiati. A Trapani zero. A Marsala il sindaco ha reso obbligatorio l’uso della mascherina anche in città. Lo stesso presidente della Regione chiede la mascherina in tasca. Io, da scienziato, le dico che sono sono idiozie assolute. La mascherina non ci preserva da nulla. Se sto a trenta gradi con quella mascherina darò il via libera ai miei stessi batteri Si riprodurranno nella mascherina. Avremo malattie respiratorie da batteri e non da virus. Ma del resto che cosa ci dobbiamo aspettare da un governo che non ha fatto portare i bambini al parco anche a un solo genitore?. Ci sono state decine di suicidi in casa. Nascosti. La mia idea è che alla fine tutto questo sistema di divieti, imposto per un virus arrivato dalla Cina, conterà più morti e più dolori ma non per la malattia”.
Ma ne usciremo mai da questa pandemia?
“Ne usciremo. Siamo usciti dalla famosa spagnola. Siamo usciti da altre pandemie. Questo virus forse è stato fortificato da qualche intervento dell’uomo in laboratorio, ma ne usciremo. Le scelte sono due: O viviamo e rischiamo, o non viviamo e moriamo di fame e di paura. Meglio rischiare morire da coraggiosi che non di disperazione. Nei giorni scorsi chi ha aperto il ristorante ha avuto uno o due tavoli. Le chiedo una cosa… Perchè hanno chiuso le pasticcerie e i panifici invece sono rimasti aperti? Che differenza c’è? Il panificio si le pasticcerie no. Tra i dolci il virus si trova meglio? Queste scelte sono da dittatura comunista di tipo cinese”.
E da questa crisi economica, i ristoranti riusciranno a riprendersi?
“I ristoranti non riusciranno a riprendersi e non solo loro. Tutte le attività commerciali rischiano. Con quest’ atmosfera si va verso il disastro. La gente non va nemmeno a comprare un pigiama, si figuri se va al ristorante… il presidente del Consiglio deve chiedere perdono per come ha gestito la crisi”.
Nel settore enogastronomico quali sono i settori più in crisi?
“Tutta la filiera. Bar, ristoranti, fornitori. Un mio compaesano di Marsala ha lasciato ad un barista 50 euro. Ma chi può fare come lui?”
Da 18 a 30 a chi ha gestito la crisi da professore del settore, che voto dà?
“Zero. Il 26 febbraio ci avevano detto che non c’erano rischi e che gli ospedali erano pronti. Non era vero nulla. Qualcuno ci diceva con gli altoparlanti che il coronavirus ci aspettava. I bambini queste frasi le ricorderanno per sempre. Abbiamo fatto un danno immane”.
Le mascherine in cucina sono un’idiozia?
“Di più. Come si può stare d’estate con una mascherina in cucina? Le norme igieniche esistenti sono già severissime. Sanifichiamo i ristoranti atomizzando candeggina? Ma di che cosa siamo parlando? Il negozio che ha chiuso l’8 marzo, il ristorante che è chiuso da tre mesi, è pieno di coronavirus? Non sanno quello che dicono”.
Una scelta opportuna concedere gli spazi esterni?
“L’unica cosa sensata. E’ una scelta opportuna. Se bisogna stare a un metro di distanza non c’è alternativa. Ma funzionerà solo se ci sarà buon tempo. E’ l’unica possibilità. Non ho mai amato mangiare sul marciapiede. Ma è il minore dei mali”.
Cosa consiglia ai ristoratori, cosa evitare e cosa fare sempre?
“Intensificare le norme igieniche che sono già rigidissime. Un cameriere, un cuoco deve lavarsi spesso le mani. Sbagliato usare i guanti. Se vengo a contatto con la posata contaminata del mio cliente contamino tutti. Bisogna lavarsi le mani o igienizzarsi con un liquido igienizzante alcolico. Per le strade ci sono montagne di guanti e mascherine. Non multiamo chi non ha la mascherina ma chi la butta per strada”.