Pinocchio e quei vuoti poetici
Il mio di approccio al – PINOCCHIO – di Matteo Garrone si è basato sulla consapevolezza della grande sincerità del regista da me considerato un autentico talento. Questo mi autorizza a dire assai sinceramente che il suo – PINOCCHIO – ha dei vuoti poetici, e nella scelta degli attori, e nella scelta del letterario da cinematografare. Un Pinocchio decisamente scontato fin dalle prime battute , e mai ribelle.
Un Pinocchio mai indisciplinato, mai pericoloso, mai sorprendente – Un Pinocchio a cui manca la corrente rivoluzionaria. Pinocchio è qualcosa di sacro per me, qualcosa che bisogna studiare. Ricordo ancora il Pinocchio di Luigi Comencini che certamente rimane insuperabile e per la la scelta degli attori e per la regia.
Un Pinocchio pieno di sostanza e cose nuove.
Un Pinocchio quello di Comencini era la voglia di dare qualcosa di diverso, di nuovo che non si limitava a raccontarci pedissequamente la favola del burattino.
Rocco Papaleo e Massimo Ceccherini non hanno nulla del gatto e della volpe descritti da Collodi ma si limitano banalmente a fare i furbi senza poesia, e senza dolore, quando invece Franco Franchi e Ciccio Ingrassia erano degli autentici jazzisti, con tutto il dolore e la poesia di un Charlie Parker e Bill Evans.
Roberto Benigni – vale a dire Geppetto – solo nel finale ci restituisce l’ emozionante bellezza poetica del suo personaggio, ma prima non è mai incisivo, o determinante.
Per quanto riguarda il resto dei personaggi malgrado la loro grande arte ( v. Proietti ) non funzionano appieno e non si sacrificano in alcun modo in favore del loro personaggio.
La Fata Turchina per me è sempre stata una prostituta ( ma questa è una mia personale lettura ) – Garrone ne fa una liceale da primo banco – Insomma il Pinocchio di Matteo Garrone è un semplice compito in classe da sette per fare media e null’altro. Matteo Garrone , insomma, in questo suo – PINOCCHIO – non ha espresso appieno il suo talento. Talento sacrificato a favore di un – IO – degli attori protagonisti, assolutamente insostenibile.
Un Pinocchio insomma senza complessità, senza inventiva – Un – PINOCCHIO – questo di Matteo Garrone che intrattiene ma non è quello che mi è mai interessato nel personaggio di Pinocchio.
Piuttosto il suo correre rischi, poiché occuparsi in modo rischioso della Conoscenza serve a migliorare la propria condizione umana – GGB