Neologismi: come le parole “nuove” definiscono la realtà.
I cambiamenti veloci nella società moderna condizionino anche il linguaggio. I neologismi, in un mondo in cui le realtà sociali cambiano rapidamente, sono simboli di nuove esigenze o trasformazioni culturali.
Gli studi sociologici hanno permesso una comprensione più profonda di come il linguaggio e i neologismi siano legati ai cambiamenti sociali, culturali e politici, e come nuove parole nascano per rispondere a nuove realtà o per riflettere i mutamenti ideologici in corso.
Da sociologo della comunicazione, ho avuto la possibilità di studiare le teorie dei sociologi che si sono interessati ai neologismi e al linguaggio. Molti di loro hanno contribuito a chiarire come le parole nuove nascano, si diffondano e influenzino la società. Tra i principali pensatori che hanno trattato l’evoluzione linguistica e la relazione tra linguaggio e società non possiamo non ricordare Émile Durkheim o Zygmunt Bauman.
Émile Durkheim, uno dei fondatori della sociologia, non ha trattato direttamente i neologismi, ma ha osservato come il linguaggio, come sistema di segni, influenzi le dinamiche sociali e come le parole siano un prodotto della società.
Zygmunt Bauman, grande sociologo polacco, noto per la sua teoria della “modernità liquida”, ha preso in esame come i cambiamenti veloci nella società moderna condizionino anche il linguaggio. I neologismi, in un mondo in cui le realtà sociali cambiano rapidamente, sono simboli di nuove esigenze o trasformazioni culturali.
I nuovi neologismi, entrati a far parte della lingua italiana, mostrano come è cambiato il nostro modo di pensare, di comunicare e di interagire con gli altri.
Mi ha molto colpito un articolo scritto da Michaela K. Bellisario, pubblicato sul portale di informazione iodonna.it, in cui vengono spiegati numerosi neologismi nati nel 2024.
Il linguista Michele Cortellazzo, professore emerito di Linguistica italiana all’Università di Padova e membro dell’Accademia della Crusca, ha dichiarato: “Quello che mi colpisce quest’anno è la totale assenza di termini italiani. Tra i neologismi ci sono soltanto anglicismi che, peraltro, all’estero non sono considerati termini nuovi, ma parole nell’uso comune”.
Ad esempio, “la parola ‘brain rot’ (putrefazione del cervello), è stata selezionata dall’Oxford Dictionary per sottolineare gli effetti devastanti dell’abuso di connessione on line. Tra le parole candidate c’erano anche ‘dynamic pricing’, il discusso sistema di vendita on line di biglietti per concerti ed eventi che adatta il prezzo in base alla richiesta e ‘demure’”. Inoltre, “nella vita di tutti i giorni sono entrati e si sono rimescolati termini boomer come ‘cringe’, ‘hype’ e ‘dissin’’”. “ ‘Dissing’ è il termine tornato in auge con la lite a suon di rap tra Fedez e l’ex amico Tony Effe in relazione a Chiara Ferragni”.
Tante parole sono legate ai processi di digitalizzazione e all’intelligenza artificiale. Non possiamo non ricordare parole come ‘algoritmico’ (relativo agli algoritmi) o ‘deepfake’
(tecnologie che permettono di modificare video e audio in modo realistico) sono sempre più utilizzate, ma nel 2024 sono entrati in uso anche termini come ‘chatbotizzazione’, che indica l’automatizzazione delle conversazioni grazie a intelligenze artificiali come i chatbot. Il linguaggio dei social media continua a influenzare la lingua parlata e scritta.
Infatti, un altro termine che sta prendendo piede è ‘influencerismo’, che fa riferimento non solo alla professione degli influencer, ma anche al loro impatto sul comportamento e le decisioni di acquisto dei consumatori.
Il portale iodonna.it mette in evidenza che “da TikTok sono arrivate quest’anno diverse parole, come rivelato dalla Treccani. Come ‘slayare’ che significa fare un ottimo lavoro. Oppure ‘creator’, chi per mestiere pubblica on line contenuti innovativi”.
E ancora: “Lo stile ‘demure’ ha a che fare con la discrezione, la sobrietà e la modestia. Questo trend, promosso su TikTok, è entrato nella Treccani quest’anno, promuove look sobri e naturali. Il trucco demure è leggero e il look è minimalista, ispirato al concetto di un lusso senza ostentazione”.
Massimo Bray, direttore generale Treccani, ha affermato che: “TikTok in effetti è un osservatorio privilegiato. È una piattaforma che valorizza molto la creatività delle persone, dando vita a forme di espressione che possono rispecchiare cambiamenti sociali rilevanti”. Vera Gheno, sociolinguista e scrittrice, ha aggiunto: “Ma siamo così sicuri che le nuove parole vengano solo da lì? Secondo me ci sono anche le serie tv, la musica, con l’apporto del K-pop, la musica proveniente dalla Corea del Sud. Ne è un esempio ‘idol’, che si rifà agli idoli del K-pop”.
Ma non è tutto. Seguito da TikTok c’è Tinder da cui è arrivata l’espressione ‘Kiss-met’ “che significa destino o fato. Kiss-met è il desiderio di un incontro spontaneo e che offre una gioia inaspettata. In pratica, è come dire un ‘bell’incontro’”.
Non sono mancati gli acronimi come ‘pov’ e ‘O.O.A.K’. “ ‘Pov’ è l’acronimo di Point of View, una tecnica comunicativa nata sui social per favorire l’immedesimazione nella storia dei fruitori” e ‘O.O.A.K.’ “è un acronimo diffuso on line, sta per ‘one of a kind’ (unico nel suo genere)”.
Il tema della sostenibilità e delle problematiche ambientali è sempre più presente nei discorsi pubblici. In questo contesto, neologismi come ‘greenwashing’ (pratica di marketing che promuove un’immagine ecologica ingannevole) si sono diffusi.
Nel mondo della moda e delle tendenze, il 2024 ha visto il consolidarsi di parole come ‘slow fashion’, che promuove un consumo più consapevole e sostenibile rispetto alla moda veloce. Questo termine si contrappone al fenomeno della ‘fast fashion’, che continua a dominare il mercato globale con la produzione di abbigliamento a basso costo e alto impatto ambientale.
I neologismi del 2024 ci aiutano a capire meglio i cambiamenti veloci del nostro tempo e a ragionare su come la lingua si adegui alle sfide e alle innovazioni che contraddistinguono la nostra società. Non ci sono dubbi sul fatto che sui social le parole diventano superate e obsolete in pochi mesi. Le parole non sono solo strumenti di comunicazione, ma anche specchi di ciò che accade nel mondo.
È davvero interessante osservare, anno dopo anno, come questi neologismi entrino a far parte della lingua comune, trasformandosi da parole di nicchia a termini di uso quotidiano.