Parla Antonio Presti, il mecenate di Fiumara D’arte.
“A Messina dopo il terremoto, dopo quel periodo di generazione post tragedia, i cittadini messinesi hanno negato alla nuova città una visione della bellezza”.
Antonio Presti il mecenate di “Fiumara d’arte”, parla della sua città con un filo di rammarico per quello che potrebbe essere e non è.
Ma a Messina cosa c’è di bello?
“La bellezza della città è nella visione. In questi 50 anni, noi cittadini, non abbiamo restituito al nostro territorio una visione di bellezza. Quando parlo di bellezza volgo lo sguardo sulle colline, o allo Stretto”.
E di brutto? Quelle cose proprio che quando le vede la costringono a voltarsi?
“Di brutto c’è la mancanza di impegno etico dei cittadini che hanno assistito passivamente a un degrado morale della città non consegnando il potere mai a uomini che lavoravano per il bene della città. Ha trionfato l’egoismo dei comitati d’affare che ha annichilito la coscienza della città. Ha vinto l’egocentrismo del potere”.
L’illuminazione artistica natalizia a Messina l’ha vista? Fontane antiche, palazzi… era bella?
“L’ho vista si, compreso il Duomo. Una cosa da baci Perugina. In questa contemporaneità l’amministrazione di turno non dovrebbe lavorare sulla sostituzione delle lampadine, e quindi sull’illuminazione artistica, ma dovrebbe illuminare le coscienze. La bellezza in momenti di buio come quello che stiamo vivendo non si può trovare in una decorazione. Ma ci vuole una coscienza rinnovata e illuminata. In sintesi non dobbiamo accendere le lampadine ma le coscienze”.
A Catania ha realizzato delle cose molto interessanti come la riqualificazione sociale del quartiere Librino. A Messina nulla? Nemo profeta in patria? Ci ha tentato?
“L’ultimo regalo eclatante e onesto che ho fatto è stato il progetto del villaggio turistico fantasma le Rocce di Taormina e sempre il potere di turno mi ha osteggiato. Volevo donare un laboratorio sperimentale di arte contemporanea. Ho investito 300 mila euro. Il potere dell’epoca ha negato questa genesi. Nonostante l’innocenza e la bellezza del progetto. Quello stesso potere maledetto e ignorante ha relegato le Rocce a un passeggio ordinario. E’ un posto abbandonato e offeso. Mi sarei aspettato dalla Città metropolitana un minimo di gratitudine per il privato che ha regalato parte del suo patrimonio. Ho perso Trecentomila euro”.
Giornalista professionista, è redattore dell' emittente televisiva Rtp dove
conduce ogni venerdì sera il talk Scirocco. Sull' emittente radiofonica
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ogni giovedì pomeriggio assieme ad Antonella Romeo Anteprima Scirocco.
E' corrispondente dell' emittente regionale Tgs e collabora con il
quotidiano "Gazzetta Del Sud".
Lo sceneggiatore racconta il suo amore (non corrisposto) per la storica panetteria romana. Ecco perché la sindrome del cliente masochista ci riguarda tutti