L’ironia italica non si ferma davanti alla Pandemia
“È dall’ironia che comincia la libertà.”
Così Victor Hugo definiva la ricerca della libertà e non aveva tutti i torti.
In questo difficile periodo, di emergenza sanitaria, in cui tutti siamo costretti a restare a casa per proteggere noi stessi, e anche gli altri, ci vuole un pizzico di sana follia.
Oltre alle classiche informazioni, e alle immancabili Fake News, i social ci offrono una varietà infinita di contenuti di intrattenimento.
Si sa, gli italiani amano esorcizzare la paura, e la sofferenza, attraverso l’uso dell’ironia che molti ci invidiano.
Proprio per questo motivo oramai pullulano, sui social e in rete, tormentoni di ogni tipo: dalle sempreverdi catene di sant’Antonio (“manda questo messaggio a cinque amici o ti accadrà qualcosa di brutto”) alle varie forme di superstizione religiosa, dagli sfottò inerenti le ideologie politiche ai proverbi e agli aforismi, passando per citazioni di frasi di libri mai letti… (perché postare le citazioni ci rende davvero “simil intellettuali”); dalle filastrocche, ninnenanne o canzoncine per bambini, fino ad arrivare alle foto delle imprese eroiche di pargoli che diventano una sorta di poema epico; dai name-test (“Quale sarà il tuo lavoro fra 10 anni? “quanto ne sai sull’amore”, “qual è il tuo colore”, “quale personaggio storico saresti: clicca qui per scoprirlo”… e poi la gente non sa che ha consegnato i suoi dati sensibili ad aziende di marketing…, salutando quella stessa privacy che tanto vorrebbe); e le imprese degli animali domestici, in alcuni casi fotografati, con la mascherina; challenge di ogni sorta dove i tags si sprecano, pur di sfidare altri amici; non mancano i video di Tik Tok, nuova tendenza che sta spopolando senza precedenti e si potrebbe elencare molto altro.
Richard Dawkins, etologo e saggista ha scritto della capacità dei Memi “di replicarsi nei cervelli umani per imitazione. Un’idea, un comportamento, un’opinione, uno modo di dire o una moda, questi sono Memi. Anche questi ultimi sono sottoposti alle leggi dell’evoluzione, e solo i più adatti a riprodursi vinceranno la lotta per la sopravvivenza”.
Ma l’ultima novità in fatto di “meme” – praticata da mezza Italia e che sta invadendo qualsiasi profilo – è creare parodie sui politici o sui personaggi dello spettacolo, o ancora giornalisti. Persino Alberto Angela che ci salva come un prode cavaliere è entrato tra i favoriti.
A questo punto abbiamo davanti un fenomeno che definirlo virale è poco…
Italo Calvino ci può dare una riposta: “quella speciale modulazione lirica ed esistenziale che permette di contemplare il proprio dramma come dal di fuori e dissolverlo in malinconia e ironia.”, da buon conoscitore dell’esistenza ha “visto lungo.”