La pesca del pescespada nello stretto patrimonio dell’umanità. L’Unesco sulla via del si.
L’ annuncio è arrivato durante un convegno che si è tenuto al parco Horcynus Orca di Messina
La pesca del pescespada potrebbe diventare patrimonio immateriale dell’Umanità. La richiesta è stata presentata all’Unesco e sta per essere a quanto pare accolta.
L’ annuncio è arrivato durante un convegno che si è tenuto al parco Horcynus Orca. A rimarcare l’unicità di questo tipo particolare di pesca è stata la professoressa Paola Radice Colace che ha ricordato i riti, le parole, i codici e le strumentazioni utilizzate.
La richiesta all’Unesco è stata inoltrata nello scorso mese scorso marzo. In prima linea in questa battaglia lo scrittore non vedente Andrea La Fauci e l’Accademia internazionale Amici della Sapienza di Messina, presieduta dalla professoressa Teresa Rizzo.
La pesca del pesce spada oltre a rappresentare una fonte di guadagno per i pescatori dello Stretto di Messina, rappresenta, nell’immaginario collettivo tradizioni, leggende e usanze locali.
Nella caccia al pesce spada nello Stretto, considerata una lotta quasi alla pari, non si utilizzano armi o reti ma solo gli arpioni dei pescatori.
La storia e le foto inviate a corredo della richiesta all’Unesco provengono dai due libri dello scrittore La Fauci: “La terra accarezzata dai gorghi, lo Stretto di Messina dalle origini ad oggi” e “Una terra di laghi e di mare, una riviera, le sue colline…e la storia continua”.