“La dea fortuna” di Ferzan Ozpetek
Qualcuno mi ha chiesto che film consigliavo di vedere in queste vacanze. Non è una cosa facile. Da sempre si è aspettato il Natale per andare a ridere demenzialmente, non importava la storia, ma lo stare insieme come ad una festa , un po’ come se fossimo brilli, sicuramente poco lucidi ma, soprattutto, disposti a ridere in qualunque caso.
Quest’anno abbiamo in circolazione diversi di questi film, anche politicamente “scorretti” dal primo gennaio. Ma io ho deciso di vedere un film italiano, diverso, diverso nelle aspettative e nei contenuti.
Se c’è un film che doveva rompere gli schemi pre o pronatalizi, questo , almeno sulla carta, sembrava essere il film di Ferzan Ozpetek.
In verità se c’è un film in questo Natale nel quale si parla di vero amore, questo è proprio “La dea fortuna”.
La dea fortuna parla della difficoltà e contemporaneamente dell’entusiasmo di innamorarsi di nuovo di chi hai vicino, di chi fa della demenza una virtù, ci insegna a dimenticare i torti subiti e a guardare ogni giorno il nostro partner come se fosse la prima volta.
Parla di come non si debba avere paura di rompere le cose perché si possono (quasi sempre) aggiustare, di come nessuno “la racconta giusta”, principalmente a se stesso, ed afferma che siamo tutti “nati inguaiati” (anche se sono ” gli altri” ad interpretare la “diversità” come un guaio). Un universo dove lo spavento esistenziale è dietro l’angolo, ma se restiamo insieme fa meno paura, e ritroviamo luce, aria, respiro.