L’ Italia, i poveri, le file alla mensa, l’iva sulle ostriche ed il boom al quale non crediamo piu’.

Ma prima di ogni cosa, prima delle strade, dei ponti, dei carri armati, dei carri allegorici, dell’iva sulle ostriche, del sugo delle cozze, di tutti i vostri cazzi, delle sovrastrutture, delle strutture e delle infrastrutture, degli extra, di quello che volete e come volete: un letto per tutti, un pasto per tutti no?
Io me ricordo quando, in piena crisi, dicevano che l’Italia andava a gonfie vele perché i ristoranti erano pieni. Io me lo ricordo qualche ministro esultare perché eravamo tra i primi. Potenze mondiali, sticazzi. Me li ricordo. Lo dicono ancora.
Io li leggo quando sciorinano dati sull’occupazione, sul lavoro, sul prodotto interno, su quanto siamo bravi, buoni e soprattutto belli.
Eppure c’è la fila, non alla cassa dei ristoranti ma agli sportelli della mensa. Tutti in fila, stranieri ed italiani (sempre più italiani).
La fila è multirazziale, circolare, diffusa, trovate voi le parole belle per chi sta ad aspettare un piatto da mangiare lì o da portare a casa quando l’imbarazzo impedisce di sederti in mezzo.
Cresce la fila dei poveri, lo sforzo dei pochi volontari, il disagio di chi non sa come arrivare a fine serata; figurati a fine mese.
Ci sono bambini che mangiano una volta al giorno, non sanno cos’è la colazione, il pranzo o la cena, ci sono famiglie che non riescono a comprare un’aspirina o un Ibuprofrene, c’è chi dorme in macchina, stranieri che abbiamo “accolto” per sdiruparli sotto un portico e italiani che parcheggiamo al buio in soste che non si vedano.
Lasciamole le analisi a chi le sa fare, i grandi problemi a chi sa come decifrarli, le grandi manovre a chi sa come guidare.
Lasciatemi la banalità del bene, se riuscite perdonatemi l’ovvio qualunquistico: ma prima di ogni cosa, prima delle strade, dei ponti,dei carri armati e allegorici, delle strutture, dell’iva sulle ostriche, del sugo delle cozze, di tutti i vostri cazzi, delle sovrastrutture, degli infra, degli extra, di quello che volete e come volete: un letto per tutti, un pasto per tutti.
Basta poco. O no ?