“Jan Karsky”: Nemo profeta fuori patria
La storia a fumetti dell’eroe che raccontò al mondo cosa accadeva nei ghetti e nei campi di sterminio.
L’ennesimo capolavoro dell’ illustratore messinese arriva anche in edicola.
Raccontare la storia o i fatti più efferati di cronaca attraverso i fumetti. Questo fa l’illustratore messinese Lelio Bonaccorso. È uno dei pochi siciliani a potersi vantare, ma non lo fa perché è anche umile, di aver lavorato con le maggiori case editrici nazionali. Forse l’unico siciliano ad aver fornito i suoi disegni a Bonelli, un mostro sacro della fumettistica che dà alle stampe Tex Willer. Uno dei suoi libri, Salvezza, un viaggio a fumetti in mezzo al canale di Sicilia dei migranti, è adottato come libro di testo nel corso di laurea triennale in Mediazione Linguistica organizzato da Agorà Mundi al Consorzio Universitario di Agrigento. Attraverso il suo modo di comunicare, Lelio, ha raccontato storie importanti: da quella di Peppino Impastato a quella del Che. Ma in Jan Jarsky, l’ uomo che scoprì l’olocausto, Bonaccorso si è superato.
A firmare il volume, distribuito adesso da tutte le edicole ma da tempo da tutte le librerie, edizione speciale per Gedi gruppo editoriale Spa su licenza Mondadori, anche il giornalista Marco Rizzo che cura anche una postfazione. Bonaccorso, in 120 pagine di fumetti, curati nei minimi dettagli, racconta la storia di un uomo, Jan Karsky, polacco, che evase dal gulag dove lo avevano rinchiuso i russi, evase dal ghetto di Varsavia, sopportò le torture delle SS, attraversò vicissitudini che soltanto chi toccò con mano i campi di sterminio può riuscire davvero a capire, e consegnò prima al governo polacco esule e poi al presidente americano Roosvelt, quella terribile verità a cui nessuno voleva credere: i tedeschi avevano creato delle fabbriche di morte, i campi di concentramento dove sterminavano gli ebrei. Un libro che per il codice utilizzato, anche i bambini, possono comprendere e che per questo dovrebbe essere portato nelle aule. Un libro che esce nei giorni in cui il mondo intero ricorda l’ Olocausto: quello sterminio che Lelio Bonanno e Marco Rizzo ci ricordano a modo loro.