Il Sindaco di Taormina smentisce: “nessuna svendita di alberghi”. Ma il comune ora rischia il dissesto
Secondo molti giornali gli alberghi pregiati, quelli di Taormina, in crisi da lockdown, sarebbero in vendita. Dieci, quindici alberghi a prezzi da saldo tra cui uno del corso Umberto da cinque milioni di euro.
La realtà, secondo il sindaco Mario Bolognari, docente di Antropologia dell’Università di Messina, le cose stanno in maniera diversa.
Professore era una fake news? Una di quelle di cui si parla nei corsi universitari?
“Assolutamente si. Nessuna svendita degli alberghi determinata dalla crisi. La crisi c’è ma non c’è alcuna svendita degli alberghi. Anzi, vi posso dire che prima del virus erano ben avviate due trattative per due degli alberghi più importanti di Taormina con due grossissimi gruppi internazionali: uno italiano e uno francese. Quelle trattative sono andate in stand by perché probabilmente il prezzo in questo momento potrebbe essere rivisto. Quindi è vero il contrario. Il coronavirus ferma le trattative e le compravendite. Non le accelera. La nostra speranza è che le trattative riprendano e che queste nuove società possano elevare la qualità turistica di Taormina”.
E allora quali erano questi alberghi in vendita?
“Ma sono alberghi piccoli. Da trecento a quattrocento metri quadri. In vendita già mesi prima che scoppiasse l’epidemia. Nessun grande albergo. E uno degli alberghi a cui si fa riferimento è una struttura ancora da costruire, in vendita a Malta. Il nome di Taormina viene utilizzato solo per attirare l’attenzione. Non c’entra nulla con Taormina. Gli altri sono realtà insignificanti rispetto alle realtà imprenditoriali che vengono messe in vetrina assieme a normali appartamenti da una società immobiliare on line. Alberghi chiusi da tempo. Dobbiamo certamente essere vigili affinchè non si verifichi un fenomeno di svendita. Ma non siamo in questa situazione”.
Come stanno le cose a Taormina rispetto al turismo, gli alberghi e i ristoranti stanno riaprendo?
“Tra giugno e i primi di luglio riapriranno 100 dei 170 alberghi. Riaprirà il Timeo che lascerà chiuso un altro albergo che appartiene allo stesso gruppo almeno per ora nella zona costiera. Ci sono le prime prenotazioni. Ma riguardano soprattutto italiani. E se venissero solo gli italiani visto che rispetto al milione e duecentomila visitatori che arrivano ogni anno fatto soprattutto di stranieri, rappresentano il 20%, siamo messi male. Ho l’impressione che la gente preferisca i B&B e le case vacanza. Forse vogliono avere meno contatti”.
E Il Comune di Taormina?
“Le dico soltanto che perderemo tre milioni di euro. I tre milioni rappresentano le somme che derivano dalla tassa di soggiorno, quasi due milioni e quelli che arrivano dai parcheggi. Senza quei tre milioni, se il governo non ci aiuterà, andremo in dissesto così come tutti gli altri comuni turistici. Abbiamo chiesto tramite l’Anci, l’associazione dei comuni italiani, di mettere cinque volte la somma che ritenevano di dover assegnare alle località turistiche danneggiate dalla pandemia. Se questo non avverrà sarà un disastro”.