Il Pilone come la Torre Eiffel: per riqualificarlo servono quindici milioni di euro. Il Comune di Messina compra cento fari per illuminarlo.
Riacceso il dibattito sul Ponte di Messina, torna in scena il recupero del Pilone di Torre Faro. In qualunque posto del mondo sarebbe diventato un’ attrazione, invece resta abbandonato all’incuria da decine di anni e attende che si decida sul suo futuro.
Duecentotrenta metri di altezza, quinto nel mondo come altezza tra gli impianti di questo genere. Dalla sua cima si può ammirare una vista mozzafiato che comprende i laghi e lo Stretto.
In qualunque posto del mondo sarebbe diventato un’ attrazione, quello che gli esperti chiamano attrattore turistico di primo livello, qui invece resta chiuso al pubblico ai turisti e ai messinesi da decine di anni e attende che si decida sul suo futuro.
Il pilone di Torre Faro, da qualche mese, è al centro di nuove iniziative. Risorge nel momento in cui si è riacceso il dibattito sul ponte.
Per metterlo in totale sicurezza ed attuare un minimo di assistenza tecnica e turistica occorrono, secondo una prima stima, 15 milioni di euro che occorre ancora individuare.
L’ unica certezza sono quei quasi tre milioni stanziati dalla Città metropolitana che serviranno a realizzare sul primo livello, quella enorme base di cemento che si staglia sino a dodici metri di altezza una chiusura a vetri con tanto di esposizione e punto ristoro all’ interno.
Per salirci sopra occorre attuare un’ energica cura del ferro e realizzare o un ascensore panoramico o una scala sicura.
Intanto il Comune ha acquistato cento fari che serviranno ad illuminarlo di notte. Saranno montati si spera prima dell’ estate. È un primo passo verso un recupero e un utilizzo che appare lontano ma possibile