Il Natale ci ricorda che abbiamo bisogno di umanità ogni giorno.
L’Istat qualche tempo fa ci ha ricordato che gli italiani sono affetti da cattivismo e certamente questo dato non ci consola. I social network, dove ognuno può dire la propria opinione su tutto, hanno dato voce a tanta crudeltà e odio. Il segreto è ripartire da quello che ci sembra orrendo e cambiare la tendenza.
Molto spesso, in una società che vuole a tutti i costi semplificare tutto e priva di tempo, siamo incapaci di pensare agli altri e alle loro necessità. Tantissime sono quelle persone che possono avere bisogno di noi e di un nostro sorriso per riuscire a vivere meglio.
“Il potere è fare le cose per gli altri”, questa frase scritta nella piccola sacrestia di un prete cristiano caldeo a Bagdad è quella che mi ha sempre accompagnato nelle mie esperienze personali e professionali e sono parole importanti, soprattutto in un’era che si contraddistingue per comportamenti estremi, per la cattiveria diffusa e per una forte crisi valoriale.
L’Istat qualche tempo fa ci ha ricordato che gli italiani sono affetti da cattivismo e certamente questo dato non ci consola. I social network, dove ognuno può dire la propria opinione su tutto, hanno dato voce a tanta crudeltà e odio. Il segreto è ripartire da quello che ci sembra orrendo e cambiare la tendenza.
Diceva Abramo Lincoln: “Quando faccio bene mi sento bene; quando faccio male mi sento male. Questa è la mia religione”. Se tutti potessimo seguirlo e imitarlo, veicolando solo il bene e l’onestà morale e intellettuale.
Fortunatamente, avvengono episodi buffi che ci fanno capire che abbiamo conservato un minimo di umanità. Negli ultimi giorni, i giornali hanno raccontato due fatti che sono avvenuti quasi contemporaneamente e che ci aiutano a riflettere e ci fanno capire che ancora c’è speranza per recuperare il rispetto per gli altri. Checco Zalone durante il suo spettacolo, andato in scena al Pala De Andrè di Ravenna, ha iniziato a fare i suoi meravigliosi sketch.
Ad un certo punto si è messo una parrucca e ha iniziato ad imitare il maestro Riccardo Muti. Un’imitazione garbata e tra le risate del pubblico c’è stato un colpo di scena. Il vero Riccardo Muti si è alzato in piedi ad applaudirlo in modo compiaciuto. Checco Zalone si è tolto la parrucca e ha detto una delle sue battute: “Tengo famiglia, maestro. Mi faccia lavorare per il futuro”. Istantanea la risposta di Muti: “Ma tu devi lavorare perché sei bravo!”.
Zalone allora è sceso dal palco e si è inchinato ai piedi del maestro e lo ha abbracciato.Un bel gesto quello di Muti che abbiamo sempre immaginato, al di là della sua innegabile grandezza, poco incline alla satira e allo scherzo.
Un’altra vicenda ancora più buffa vede protagonisti l’ex segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani e il direttore di Libero Allessandro Sallusti. A quanto pare Sallusti ha deciso di pubblicare alcune foto di Bersani fuori da un negozio di Louis Vuitton. La Vuitton è un marchio di lusso e Sallusti ha raccontato di “non aver resistito” a mettere in prima pagina la foto, perché voleva far vedere a tutti che “il paladino della sinistra operaia frequenta le stesse boutique dei milionari”. Bersani ha deciso di inviare un messaggio a Sallusti e ha spiegato le motivazioni del suo acquisto: “Niente da obiettare, ognuno fa il suo mestiere come ritiene, dispiace soltanto di vedere rovinata la sorpresona di Natale per mia moglie”.
Sallusti ha confessato di essersi pentito e che questo messaggio lo ha messo in crisi più delle querele che riceve frequentemente. Infatti, ha commentato: “Giuro che mi sono sentito una merda, come poche volte mi è successo in carriera. Solo un moralista cretino avrebbe potuto fare ciò che ho fatto”.
Lo stile di Bersani e il suo modo di fare lo hanno totalmente spiazzato. Insomma, piccole storie che ci dimostrano che è ancora possibile cambiare idea, rivedere le proprie posizioni e soprattutto pentirsi.
Non è facile chiedere scusa e non è facile mettersi in discussione. L’aspetto più bello della nostra umanità è quello di rispettare il prossimo. La dimostrazione più importante del rispetto avviene compiendo gesti gentili ed educati. Prima di agire o di parlare bisognerebbe dare un significato concreto all’attenzione, alla stima dell’altro e domandarsi “Che cosa sto facendo per gli altri? Cosa sono in grado di donare agli altri? . Ogni diversità deve essere accettata e non giudicata, perché chi siamo per condannare e far del male alle persone? . Le differenze non sono un problema per ognuno di noi, ma sono fonte di ricchezza e di crescita umana e culturale. Ecco, perché bisogna trasmettere l’importanza del rispetto e di certo non solo a Natale.