Il granchio blu invaderà anche le nostre tavole? Ricerca, laboratori e degustazione alla Fondazione Albatros di Messina.
Un incontro sul crostaceo che divora cozze e vongole. Al pari dello scampo possiede carni particolarmente apprezzato dai consumatori . L’appuntamento tra scienza e degustazioni a cura dell’Associazione Cuochi.
Lui si mangia le nostre cozze e le nostre vongole ma noi potremmo mangiarci lui. Il granchio blu al centro di una ricerca dell’ Università di Messina. Uno studio che mette in evidenza le sue caratteritiche nutrizionali e la sua bontà nel piatto. E proprio per questi il temutissimo alieno sarà al centro di una sessione di studi che si concluderàcon una degustazione all’ istituto Albatros sul viale Giostra. Interveranno diversi studiosi. Alla fine il granchio blu sarà l’ ingrediente principale di preparazioni che saranno preparate dagli chef dell’associazione cuochi che prenderanno parte ad un laboratorio sensoriale.
Nel laboratorio Aroma & Sensory Laboratory del ASLab del Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università Di Messina diretto dalla professoressa Antonella Verzera, in collaborazione con il Professore Francesco Tiralongo dell’Università di Catania è stato condotto un test sensoriale che puntava a verificare l’accettabilità del consumatore confrontando il granchio blu (Callinectes sapidus), specie aliena del mediterraneo, e crostacei ben conosciuti quali scampi (Nephrops norvegicus) e mazzancolle (Penaeus kerathurus).
Un panel costituito da 50 consumatori ne ha valutato odore, gusto e consistenza. Alle carni del granchio blu è stato attribuito un gradevole odore di pesce e di mare, un gusto dolce e sapido ben equilibrato e una consistenza molto tenera e succosa.
Questo rende il granchio blu, al pari dello scampo, un crostaceo particolarmente apprezzato dai consumatori rispetto alla mazzancolla.
L’alieno, si chiedono gli universitari, dopo aver invaso i nostri mari invaderà anche le nostre tavole? A quanto pare ne ha tutte le caratteristiche. Provare per credere.