Il disprezzo della guerra attraverso le lenti del “Cannocchiale del Tenente Dumont”. Il nuovo libro di Marino Magliani.
Presentato a Taobuk, finalista del Premio Strega, il libro racconta una storia di inedita diserzione dove i protagonisti incontrano amori difficili, illusioni perdute e la gioia del sole.
Tre disertori dell’esercito napoleonico, la marijuana che sarebbe responsabile della diserzione di tanti militari tra le truppe francesi, un medico olandese a capo di una commissione d’ inchiesta che si mette a caccia dei fuggitivi nella Liguria napoleonica. E poi la pietas che fa capolino nel “Cannocchiale del tenente Dumont”.
Sono gli ingredienti dell’ ultimo libro di Marino Magliani presente tra i 72 finalisti del premio Strega. Un libro che ha fatto tappa a Taormina a Taobuk, il festival internazionale del libro ideato e condotto da Antonella Ferrara.
Vent’ anni ci sono voluti a raccontare le traversie del terzetto iniziate in Egitto, passate per Marengo e finite in Liguria. Un libro storico ma anche geografico che descrive minuziosamente i paesaggi italiani che passano dal cannocchiale. Da quello strumento passerà anche il finale a sorpresa di un romanzo straordinario che Magliani, traduttore e autore di successo fa amare sin dalle prime righe.
Nel libro c’ è il disprezzo per la guerra che rende gli uomini “mostri” sino a trasformarli in relitti proprio come la droga. Protagonisti assoluti e quindi testimoni da diversi punti di vista della storia Dumont, antieroe e vittima e un medico olandese Zomer che scriverà minuziosamente ogni cosa in diario che fa continua irruzione nel romanzo.
Marino Magliani, Il Cannocchiale del tenente Dumont, L’ Orma Editore. 286 pagine