Il coronavirus fa paura anche a Messina e le vittime sono i ristoratori cinesi
Lanciata una campagna social.
Ottanta per cento in meno di coperti. La psicosi da coronavirus miete vittime anche a Messina: sono i ristoratori cinesi. Sino a qualche settimana fa, il venerdì, tra i giovani, c’ era l’ abitudine di frequentare i tavoli dei ristoranti cinesi. Così, per conquistare un tavolo, occorreva mettersi in lista. Cena a buon prezzo e piatti saporiti. Ma da quando il coronavirus ha cominciato a invadere le pagine dei giornali e i Tg, si è fatto il vuoto. Così, Enzo Chang (il nome scelto fa capire quando si sia abituato alle nostre tradizioni), titolare di tre ristoranti tra Messina e Reggio Calabria, ha deciso di affidarsi ad un esperto per avviare una campagna social. Piero Rizzo, giornalista, laureato in marketing e comunicazione, in pochi giorni, ha messo in piedi una campagna comunicativa diventata virale proprio come il corona che ha svuotato i locali. Post, foto, filmati. Comun denominatore il tentativo di smontare luoghi comuni e false credenze. Il coronavirus non si contagia attraverso il cibo, le materie prime per preparare i piatti cinesi dai ravioli al vapore, al pollo alle mandorle, agli spaghetti saltati con verdure, vengono comprati sul nostro territorio. A prestare il proprio volto e la propria voce anche qualche ex consigliere di quartiere come Maria Fernanda Gervasi. Ventimila visualizzazioni. Non è un vaccino ma potrebbe diventare un antidoto social contro ignoranza e stupidità.