Il convivio sull’onda del foodporn
“Aggiungi un posto a tavola che c’è un amico in più, se sposti un po’ la seggiola stai comodo anche tu, gli amici a questo servono, a stare in compagnia, dividi il companatico, raddoppia l’allegria”.
Tratto da un’opera di Giovannini e Garinei, questo ritornello evoca l’immagine di una grande tavolata, tante persone, il cibo come filo conduttore ed elemento di unione.
Aristotele definiva l’uomo come un animale sociale tendente per sua natura ad aggregarsi con altri individui; noi possiamo aggiungere che questa tendenza è legata anche alla soddisfazione del bisogno fisiologico di cibarsi.
Cibo e convivialità sono strettamente connessi, il consumo del pasto in compagnia riveste un ruolo importante in ambito sociale.
La convivialità genera legami, esperienze, ricordi.
Molte volte ci capita di associare una pietanza ad una o più persone; abbiamo un celebre esempio in letteratura, il protagonista de “La ricerca del tempo perduto” raccontava di come, dopo aver inzuppato un madeleine (un biscotto a forma di conchiglia), i ricordi di luoghi e di persone iniziavano ad affiorare (“Il gusto era quella del pezzetto della madeleine che a Combray, la domenica mattina, quando andavo a darle il buongiorno, in camera sua, zia Leonia mi offriva dopo averlo inzuppato nel suo infuso di tè o tiglio).
Profumi e sapori che si intrecciano spesso a dolci ricordi, il pasto assume un altro gusto se consumato in compagnia.
Che sia un pranzo (o una cena) tra familiari, amici, conoscenti o perfetti sconosciuti, il “mangiare insieme” è un meraviglioso atto di aggregazione e condivisone.
Il cibo rappresenta l’identità di un popolo, ma nello stesso tempo consente uno scambio tra civiltà e culture, nuovi prodotti e nuovi sapori; la cucina fusion ne è un esempio.
La tavola diventa un “luogo” dove regna la pace tra i popoli, “un territorio” dove la diversità non esiste.
I concetti di convivialità e condivisione si sono evoluti ed ampliati nel tempo.
La nostra è l’epoca dei social e del “foodporn” (letteralmente significa cibo da mangiare con gli occhi, quasi un’ossessione che impazza sul web per il cibo), è sufficiente scattare una foto ad un piatto e caricarla su Facebook, Instagram o Twitter per azzerare le distanze e condividere il momento (anche se solo con il senso della vista).
Una cosa però è certa, uno schermo piatto non potrà mai sostituire una tavola ben apparecchiata oppure trasmettere le emozioni e le sensazioni di calice di buon vino e di un pasto consumato in compagnia.