Grande afflusso di visitatori al festival le “Vie dei Tesori”. Exploit per Messina
Superate le 40 mila presenze nelle prime otto città. Messina si è superata: non soltanto ha riaperto al pubblico dopo tantissimo tempo, l’abbazia di Mili ma ha registrato anche tante visite al Sacrario di Cristo Re. In tanti sono saliti sulle barche dei cocciulari nei laghetti di Ganzirri e hanno partecipato alle gite fuori porta alle Masse, nella minuscola Forza d’Agrò e Fiumedinisi.
Oltre quarantamila visitatori: un’affettuosa esplosione di interesse, riappropriazione, partecipazione. Otto città che hanno aperto i loro tesori, costruito esperienze inedite e accolto cittadini e turisti. Trapani – come negli anni scorsi – è la città più visitata di questa prima tranche delle Vie dei Tesori, anche se quest’anno Messina l’ha “insidiata” per tutto il festival. Terza per numero di presenze la città che è stata il vero exploit di questa prima tranche di festival: Termini Imerese, trascinata dal suo Grand hotel delle Terme, che ha saldamente tenuto la posizione di luogo più visto di tutta questa prima parte delle Vie dei Tesori, tanto che si potrà visitare anche il prossimo weekend: le richieste del pubblico sono state infatti talmente tante e insistenti che il festival aggiunge un altro fine settimana di visite, già prenotabili sul sito. Anche Trapani allunga il festival di un weekend e apre il Castello della Colombaia che, per il forte vento, aveva dovuto sospendere le visite.
Complessivamente il festival in queste prima otto città ha raccolto 40127 visitatori, con Trapani che da sola mette insieme 8118 presenze (ma con Marsala e Mazara supera i 14.500 visitatori in tutto il Trapanese) mentre Messina la tallona con 7362 e Termini Imerese, di poco distanziata, con 6544. Seguono Enna che accresce il successo del debutto dello scorso anno e mette insieme 4619 visitatori. Sotto i quattromila visitatori arrivano Bagheria (3626 presenze) e Caltanissetta (3407) che quest’anno ha superato le due trapanesi, Mazara (3244) e Marsala(3207).
Da venerdì (30 settembre) ecco la seconda parte delle Vie dei Tesori: la prima a partire è Palermo con le grandi sorprese di quest’anno: si potrà salire a Porta Nuova, ritornare all’Ucciardone e visitare l’aula bunker con la guida dei cronisti di mafia che seguirono il Maxiprocesso. E tantissimo altro, oltre 150 tra luoghi da visitare, esperienze da provare, degustazioni gite fuori porta, degustazioni e tante visite teatralizzate che apriranno un nuovo canale di narrazione. Da sabato toccherà alle altre città: ecco Catania che condurrà spesso alla scoperta di angoli, giardini di lava, escursioni, ma anche chiese, studi d‘arte, conventi, musei gioiello, e accoglierà anche una bella sezione che segnerà il ritorno di Acireale; poi Carini e Cefalù, vere scoperte da fare, tra cappelle serpottiane e catacombe paleocristiane la prima e alla ricerca di chiese straordinarie quasi mai aperte al pubblico, la seconda; nel festival debutta Alcamo con una prima edizione straordinaria che porterà ad arrampicarsi sulle rocce per raggiungere il Castello di Calatubo (e molto altro!) e infine Ragusa con i suoi campanili, le cave recuperate, le chiese e il musei barocchi; e Scicli dove riaprono le porte i luoghi dei set del commissario Montalbano.
Ma Messina in questa edizione si è veramente superata: non soltanto ha riaperto al pubblico dopo tantissimo tempo, l’abbazia di Mili ma ha registrato anche tante visite al Sacrario di Cristo Re. In tanti sono saliti sulle barche dei cocciulari nei laghetti di Ganzirri, e avevano partecipato alle gite fuori porta alle Masse, nella minuscola Forza d’Agrò e a Fiumedinisi.
Enna è andata per chiese restituite: commovente la coda di abitanti – soprattutto anziani del quartiere – per rivedere la chiesa di Santa Teresa che ha riaperto dopo sessant’anni mostrando il suo interno in rovina e i colatoi sommersi di terriccio (l’esperto di mummie Dario Piombino Mascali non solo ha condotto un interessantissimo e dotto percorso tra le cripte alla luce delle candele; ma ha anche lanciato un appello perché santa Teresa possa essere restaurata senza perderne la memoria); code anche per vedere restaurata San Michele (dove i ragazzi del liceo artistico mostravano sul tablet le opere, assenti perché ancora in restauro), alle Sette Stanze e al Museo del Mito dove si sono svolti spettacoli all’alba e al tramonto; molto frequentate le passeggiate e le esperienze.
La chiesa trapanese delle Anime sante del Purgatorio è tra i luoghi più visitati da almeno tre edizioni ma quest’ultimo weekend ha aggiunto (per i suoi 1300 visitatori) un’inedita raccolta di “ciaccole”: sono stati i membri dell’Unione Maestranze che gestisce la processione dei Misteri a mettere in mostra alcuni pezzi della loro collezione privata che accompagna i 20 gruppi scultorei della Settimana Santa, già custoditi nella chiesa. Trapani è stata anche la città che ha “rivisto” le lunghe code d’attesa: a Villa Aula, mai visitata finora, alla Prefettura e alla Torre di Ligny (dove le visite si sono concluse con un fuori programma musicale), e tanta gente anche alle visite teatralizzate a Palazzo D’Alì. Quarto posto per un altro luogo must in tutte le ultime edizioni del festival: quel Forte san Salvatore da cui si ha una vista straordinaria sullo stretto di Messina (che ha sfiorato le 1200 presenze).
A Bagheria hanno tenuto duro Castello San Marco dove le visite sono state spesso condotte dalla proprietaria che ha raccontato questa inedita e stranissima “villa fortificata”; ma hanno riscosso tanto interesse anche l’Arco Azzurro (anche se non si è innamorati, la visita vale la passeggiata fin lì) e il giardino settecentesco di Villa San Cataldo. A Caltanissetta ha funzionato molto bene un luogo inedito come Villa Benintende, mentre nello scorso weekend ha aperto, destando moltissima curiosità degli stessi nisseni, Spazio Pitta, sorta di casa-museo e studio d’artista creata da Lorenzo Ciulla, che per molti versi ricorda Gaudì; frequentate le passeggiate alla scoperta del territorio; in molti hanno raggiunto anche la vicina San Cataldo che ha aperto due chiese storiche e, visto il successo, ha anche prolungato le visite oltre il programma.