Giacomo Dugo scienziato e ristoratore: “Sbagliato chiudere tutto, ne usciremo presto”
Il suo laboratorio al polo universitario dell’Annunziata ha sfornato gel disinfettante a tonnellate per l’intera città. Giacomo Dugo, chimico degli alimenti e ristoratore per passione, è ottimista. In primavera, dice, il virus sarà battuto.
Toti, governatore della Liguria, ma non è il solo, ha definito i settantenni non indispensabili al ciclo produttivo e anche se poi ha rettificato restano le parole pesantissime… cosa gli risponderebbe se ce l’avesse davanti…
“Gli direi di controllare chi sono i grandi esperti e i grandi virologi e di verificare l’età anagrafica. Anche i direttori dei grandi reparti che possono stare sino a 72 anni sono tutt’altro che inutili… I docenti universitari prima della riforma Gelmini andavano in pensione fino a 75 anni. Gli direi che abbiamo avuto presidenti della repubblica anche novantenni. I due candidati alla presidenza degli Stati Uniti hanno molto più di 70 anni”
Professore Dugo perché secondo lei ne usciremo presto?
“Ne usciremo presto perché ci sono i piani di cura. Ci sono i protocolli che non c’erano a marzo. Ne usciremo presto perché i vaccini sono vicini. Perché nel 95% dei casi i malati sono asintomatici. La maggior parte di quelli in rianimazione sono stati ricoverati per patologie pregresse. Muoiono per una sovrapposizione di patologie”.
Ci sono studi che inducono ad essere ottimisti?
“Si. Studi sugli anticorpi monoclonali che funzionano benissimo e che dovrebbero essere a disposizione di tutti. Eliminerebbero i disturbi più gravi. Sono quelli che hanno salvato Trump. Sono molto efficaci. Bisognerebbe battere molto di più questa strada. Sono stati scoperti prendendo il siero dei malati guariti”.
Da scienziato quindi non ha paura?
“Penso che gli anticorpi monoclonali e le giuste cure siano più efficaci a questo punto dei vaccini. I vaccini richiedono tempi lunghissimi per verificare gli effetti collaterali. Non vorrei che la fretta possa portare ad utilizzare vaccini, che restano comunque importanti, con effetti secondari non evidenziati”.
Ci sono alimenti, non c’entra nulla con il Covid per carità, che potenziano le difese immunitarie?
“L’alimento che aiuta di più è l’aglio. E’ antivirale. E’ miracoloso. Occorre mangiare parecchi vegetali anche crudi. La giusta quantità di vitamina D sotto il controllo del medico. E poi il sole. Farci stare a casa è sbagliato. Ci vuole ossigenazione, a distanza dagli altri, ma mentre si cammina all’aria aperta”
Cosa le provoca più allergia i negazionisti o gli esagerati?
“Gli esagerati. Si è creato in Italia un particolare un clima di paura che sta uccidendo più del coronavirus. Intendiamoci però. Sono per il distanziamento sociale e per tutta la prevenzione del contagio. Dalle mascherine al lavaggio frequente delle mani. Da sette anni non prendo l’influenza stando attento. Faccio parecchia attenzione già da prima. E presto molta attenzione ad individuare i primi sintomi. Individuare subito la prima sintomatologia, tanto dell’influenza quanto del Coronavirus, ti fa ricorrere ai giusti rimedi”.
In che cosa abbiamo sbagliato?
“Abbiamo sbagliato a maggio non aumentare i posti letto nei reparti di malattie infettive quando abbiamo capito che i posti letto erano limitati. Bisognava moltiplicarli per dieci. E occorreva moltiplicare almeno di cinque volte le terapie intensive. Occorreva creare anche dei reparti di terapia sub intensiva”.
Entro quando ne usciremo?
“In primavera ne saremo fuori. Rispettiamo però le regole principali d’inverno. Evitiamo gli assembramenti specialmente davanti alle scuole. I mezzi di trasporto devono essere moltiplicati. A sud saremo favoriti da un inverno mite. Al nord le condizioni saranno meno favorevoli. Bisogna poi uscire dal terrore in cui il paese è precipitato. Mettiamo da parte i timori prendendo precauzioni e cercando di continuare a lavorare. Il lavoro e una vita pseudo normale aiutano a difenderci dal virus. La paura e lo stare in casa abbassano le difese immunitarie”.