Forze armate e nutrizione, la “Razione K” per vincere anche a tavola.
Le nuove confezioni rispetto alle antiche non prevedono più l’utilizzo del fornelletto da campo ma una soluzione che, ad una lieve pressione, provoca una reazione chimica che scalda il contenuto. A colazione non mancano pane o cracker, due porzioni di marmellata di frutta, una barra di cioccolato, biscotti e una barretta energeticaLe nuove dotazioni alimentari non prevedono più l’utilizzo del fornelletto da campo ma una soluzione che, ad una lieve pressione, provoca una reazione chimica che scalda il contenuto.
Napoleone Bonaparte sosteneva che “un esercito marcia e combatte con lo stomaco” e forse anche a tale presupposto si devono le battaglie perse nella campagna di Russia quando la Grande Armée rimase senza viveri. La logistica del cibo ebbe rilevanza nelle sorti della guerra di Secessione, che insanguinò l’America dal 1861 al 1865 e fu l’origine nel 1905 dell’ammutinamento dell’equipaggio della corazzata Potëmkin, obbligato a mangiare carne infestata da vermi.
E andando a ritroso si giustifica l’espansione dell’Impero romano anche con l’adagio “più con il farro che con il ferro”, che ascrive la risorsa energetica dei legionari, a quel cereale arrivato con gli Arabi, attraverso la Sicilia, prima della pasta e oggi attualizzato con la minestra romanesca «farricello» nella variante con pomodoro e guanciale.
L’uso strategico dei vettovagliamenti divenne nodale durante il secondo conflitto mondiale e il medico nutrizionista americano Ancel Keys nel 1941, neo direttore del laboratorio di Igiene Fisiologica di Minneapolis, fu incaricato di definire una razione completa, economica, di peso limitato e poco ingombrante. Dalle sue iniziali nacque la Razione K, introdotta dalle Forze Armate U.S.A. e composta di gallette, carne di maiale essiccata, cioccolata, frutta secca, limone liofilizzato e pillole per sterilizzare l’acqua. La razione alimentare comprendeva tre pasti (colazione, pranzo e cena) e la sua formulazione si adeguava ai nuovi scenari di guerra, fuori dal raggio della logistica del rifornimento e per l’attività di reparti speciali o paracadutati. Il National Reserach Council aggiunse fiammiferi, sigarette, apriscatole, materiali per l’igiene, set per il cucito e pasticche per depurare l’acqua.
Nelle Forze armate italiane l’antesignana della razione K fece la sua apparizione già nel corso della prima Guerra mondiale, con generi di lunga conservazione, ovvero due scatolette di carne e quattro pacchetti di gallette.
La prima razione k italiana fu codificata nel 1952; con un peso di 2,6 kg. e un potere calorico di circa 4.000 Kcal/uomo/giorno aveva componenti pronti per il consumo, inseriti in tre scatole di carta paraffinata, una per ogni pasto, a loro volta contenute, unitamente ad un fornelletto, in un secondo contenitore.
Oggi è composta da sette moduli, identificati da sette colori diversi: giallo, rosso, grigio, verde, bianco, rosa e blu; i moduli in tre scatole diverse (colazione, pranzo e cena), si differenziano tra di loro per la varietà delle pietanze. Una lattina di ravioli al ragù, un vasetto con pollo in gelatina, e un barattolo con macedonia di frutta, con in dotazione un set di accessori che va dal fornello scaldavivande allo spazzolino da denti figurano oggi tra i principali contenuti della “Razione Kappa” destinata ai reparti impegnati in teatri operativi, o quale scorta alimentare per interventi di soccorso durante calamità naturali.
Il mondo di queste “scatole “ alimentari, è stata al centro di una mostra ospitata nel 2015, alla Triennale Design Museum di Milano, dedicata alle razioni K utilizzate dagli eserciti di tutto il mondo.
A pranzo, grissini, dessert, energy drink e barrette energetiche, con menu di un primo e secondo piatto che si alternano per offrire una più ampia varietà al militare in missione. La cena il pasto è più leggero, con un involucro contenente la portata principale, cracker, grissini, cereali e fruit bar, alternati a seconda dei diversi menu. Tra i prodotti alimentari supplementari disponibili anche il “sacchetto bevanda Cappuccino”, il caffè solubile e il the al limone, gomme da masticare senza zucchero per l’igiene orale, compresse per purificare l’acqua, stuzzicadenti e salviette umidificate.
Una dieta equilibrata dal punto di vista nutrizionale ed in linea con la tradizione gastronomica italiana, in cui ritrovare anche un integratore ante litteram, apprezzato anche dai civili, quale è stato il cioccolato militare fornito dalle Forze Armate, fin dal 1937; le mitiche tavolette di fondente avvolte in una confezione storica, recentemente tornate sul mercato per suscitare memorie come la “cucina” sa fare.