Doc Messinesi
Doc, denominazione di origine controllata.
Tutti sappiamo che questo marchio fornisce una garanzia di qualità sul vino, ma non tutti leggono il disciplinare specifico e, davvero pochissimi, sono quelli che si documentano tramite la scheda tecnica del singolo vino. Se lo facessimo, oggi potremo comprendere meglio il lavoro che necessita per arrivare al risultato finale contenuto all’interno di una bottiglia.
Fatta questa brevissima, ma ritengo doverosa, premessa sulle Doc, vediamo quali sono quelle presenti sul territorio messinese e quali sono le loro caratteristiche e peculiarità. In Sicilia ci sono 25 vini Doc (comprese le sottozone) e tre di essi si producono nella provincia di Messina.
La prima Doc messinese:
È stata istituita con D.P.R. del 20.09.1973, pubblicato nella G.U. 28 del 30.01.1974: la Malvasia delle Lipari.
Esistono tre tipologie (tutte vinificate in bianco):
- Malvasia delle Lipari Bianco prodotta con vitigno Malvasia di Lipari (92-95%) e Corinto Nero (5-8%); il titolo alcolometrico dovrà essere almeno 11,50%Vol.
- Malvasia delle Lipari Passito che prevede lo stesso utilizzo e percentuale di vitigni della versione precedente. La variante passito viene fatta con uve che subiscono un appassimento naturale, ovvero vengono raccolte sovra mature e poi lasciate ad appassire al sole per 10-20 giorni. Dovrà avere un titolo alcolometrico almeno del 18% Vol.
- Infine la versione Malvasia delle Lipari Liquoroso (stessi vitigni e percentuali), con tasso alcolometrico minimo del 20% Vol. Si produce aggiungendo alcol al vino di partenza.
La zona di produzione comprende tutte le isole Eolie, ma la maggioranza della produzione viene effettuata nell’isola di Salina.
La Malvasia delle Lipari è un vino dal colore che varia dal giallo dorato all’ambrato. Si consiglia di servirlo a una temperatura di servizio di circa 10°C ed abbinarlo ai dolci secchi tipici siciliani, o ad altri dolci tipici come la cassata.
La seconda Doc istituita a Messina:
È stata la Faro con D.P.R. del 03.12.1976, pubblicato sulla G.U. 61 del 04.03.1977. Il Faro è un vino rosso che deve essere prodotto con tre vitigni principali:
- Nerello Mascalese (45-60%)
- Nerello Cappuccio (15-30%)
- Nocera (5-10%)
Alla sua produzione possono concorrere, da sole o congiuntamente, fino a un massimo del 15%, uve Nero D’Avola, Gaglioppo Sangiovese.
Alcuni produttori utilizzano solo i tre vitigni principali, altri lo producono con tutti i 5 vitigni disponibili.
Si tratta di un vino di nicchia che meriterebbe sicuramente una maggiore considerazione. La sua produzione è ridotta davvero a poche migliaia di bottiglie.
Per comprendere meglio ciò che stiamo asserendo, basti pensare che la produzione delle uve deve essere effettuata all’interno del Comune di Messina.
Tranne qualche appezzamento di terreno nella zona nord e sud di Messina, non vi è la possibilità di coltivare queste piante, considerata la cementificazione che ha invaso la maggior parte del territorio della città dello Stretto.
Il vino Faro deve essere sottoposto ad un periodo di invecchiamento obbligatorio di almeno un anno. Il periodo di invecchiamento obbligatorio, decorre dal 1 novembre dell’anno della vendemmia. Il titolo alcolometrico minimo deve essere del 12% Vol.
La terza Doc messinese:
La più giovane in ordine di riconoscimento, è la Mamertino, riconosciuta nel 2004. Il nome della DOC Mamertino deriva proprio da queste popolazioni che nel 290 a.C. impiantarono alcuni vitigni nella zona collinare dell’Agro del Messinese (Agro Mamertino). Varietà da cui si ottenevano vini di qualità, molto amato da Giulio Cesare tanto che egli stesso offrì questo vino in occasione del banchetto per celebrare il suo terzo consolato.
Le tipologie del Mamertino sono: Bianco, Bianco Riserva, Rosso, Rosso Riserva, Calabrese o Nero d’Avola, Calabrese o Nero d’Avola Riserva, Grillo-Ansonica o Grillo-Inzolia o viceversa.
- Bianco e Bianco Riserva sono prodotti con le uve: Grillo e Inzolia, con una percentuale minima del 35% e con un minimo del 10% di ogni vitigno; Catarratti con una percentuale minima del 45% . Possono concorrere per la restante quota, fino a un massimo del 20% altri vitigni a bacca bianca. Il Bianco dovrà avere un titolo alcolometrico minimo di 11,5% Vol. il Bianco Riserva 13,00% Vol.
- Rosso e Rosso Riserva sono prodotti con i seguenti vitigni: Calabrese o Nero d’Avola con una percentuale minima del 60%; Nocera con una percentuale minima del 10%. Possono concorrere per la restante quota, fino a un massimo del 30% altri vitigni a bacca rossa. Il Rosso dovrà avere un titolo alcolometrico minimo di 12,5% Vol. il Rianco Riserva 13,00% Vol.
- Calabrese o Nero d’Avola e Calabrese o Nero d’Avola Riserva sono prodotti con i vitigni: Calabrese o Nero d’Avola, minimo l’85%. Possono concorrere per la restante quota, fino a un massimo del 15% altri vitigni a bacca rossa. Il Calabrese o Nero D’Avola dovrà avere un titolo alcolometrico minimo di 12,5% Vol. il Riserva 13,00% Vol.
- Grillo-Ansonica o Grillo-Inzolia sono prodotti con i seguenti vitigni: Grillo e Ansonica o Inzolia, o viceversa, 100%, con un minimo di ciascuno del 20%. Questa tipologia di Mamertino dovrà avere un titolo alcolometrico minimo 11% Vol.
Il Mamertino si può produrre nel territorio dei comuni di Alì, Alì Terme, Barcellona Pozzo di Gotto, Basicò, Castroreale, Condrò, Falcone, Fiumedinisi, Furnari, Gualtieri Sicaminò, Itala, Librizzi, Mazzarrà Sant’Andrea, Meri, Milazzo, Monforte San Giorgio, Montalbano Elicona, Nizza diSicilia, Oliveri, Pace del Mela, Patti, Roccalumera, Roccavaldina, Rodi Milici, San Filippo del Mela, Santa Lucia del Mela, San Pier Niceto, Scaletta Zanclea, Terme Vigliatore, Torregrotta, Tripi.
Lo scorso mese di marzo è nata l’associazione della Doc Mamertino.
Tredici produttori della provincia si sono associati per promuovere al meglio questa Doc.