Coronavirus, tutti Masterchef in diretta social dalla cucina di casa
Chiusi in casa, nelle ore dei pasti la cucina è tornata ad essere luogo di condivisione. In tanti improvvisano dirette culinarie su Facebook o costruiscono storie su Instagram.
Quelli, come me, che hanno superato i primi cinquanta anni, hanno un ricordo nitido di come la cucina era il luogo delle confessioni, delle litigate, delle decisioni importanti. Tutto avveniva mentre chi cucinava impartiva lezioni di saggezza. Ripenso alla mia adorata nonna materna, all’anagrafe Concetta, ma per noi nipoti Cettina, che riusciva a costruire piatti deliziosi mentre arginava i rimbrotti di mio nonno e a cucinava per i nipoti i piatti più prelibati e richiesti. In cucina c’era la tv. Non c’erano sedie comode ma era il luogo più frequentato, il porto sicuro. Poi siamo cresciuti ed abbiamo scoperto come la cucina è la stanza dove recarsi per preparare il cibo per la colazione, il pranzo o la cena, ma non si parla più lì. Poi è arrivato Carlo Cracco che,testimonial di una nota azienda di cucina, ci ha spiegato quella strana storia del living che tutti conoscete. Qualche anno fa una mia amica, ingegnere e architetto, che si diletta in conduzioni televisive e di eventi, Elettra Curto, mi propose di partecipare ad un suo programma televisivo in cui per parlare di un mio nuovo libro e di quello che facevo nella vita dovevo ospitarla in cucina e realizzare un primo, un secondo e un dolce. Già l’idea di una troupe che arrivava nella mia cucina e che riprendeva tutto mi ha messo angoscia per giorni. Poi la certezza che quelle poche cose che dovevo cucinare si sarebbero bruciate. Ma era proprio l’idea della telecamera nella mia cucina che mia nonna non avrebbe mai e poi mai approvato. In realtà chiesi una sorta di permesso a Nonna Cettina. Le parlai a modo mio. Riuscii a collegarmi con lei. Il programma venne abbastanza buffo e ancora c’è chi ogni tanto lo trova su Youtube e si fa quattro risate. Soprattutto i miei studenti. Perché vi ho raccontato questa cosa? Perché nei giorni del corona virus la cucina è tornata al centro dell’attenzione. Tutti vivono dentro la cucina. Nelle ultime ore c’è chi cucina in diretta Facebook o si diverte a fare storie con piatti per Instagram o presentare portate a ritmo di musica su Tik Tok. E’ un modo per allontanare la paura. Preparare manicaretti per non pensare ai numeri che ora dopo ora ci fanno comprendere la vastità dell’emergenza corona virus e quante effettivamente sono le vittime.
Sta accadendo una cosa molto strana: tutte coloro o tutti coloro che fanno le dirette sui social sembrano pronti per Master Chef. Tutte o tutti hanno la ricetta giusta al momento giusto. E soprattutto hanno tutti gli ingredienti che servono.Qualche giorno fa ad una giornalista che si occupa di questi temi e che mi ha sentito per scrivere un articolo su come la cucina unisce ho provato a dire che l’avvento delle nuove tecnologie ha cambiato il nostro rapporto con lo spazio e il tempo e che possiamo essere dovunque a qualunque ora. Questa emergenza che ci ha costretti a stare a casa e a stravolgere il nostro modo di vivere ci ha fatto comprendere come il cibo, come la musica ci fa vivere momenti di condivisione indimenticabili. E così siamo passati dal recarci al ristorante e fotografare menù e piatti, alle dirette social in cui noi cuciniamo e mostriamo i nostri piatti.
Come ho già avuto modo di rilevare ci spingiamo verso un nuovo protagonismo: vetrinizziamo quello che prepariamo in cucina. E anche se non abbiamo il living ci sentiamo tutti un po’ Cracco…