Coronavirus: L’epidemia mette a tappeto il settore turistico
Sedicimila lavoratori stagionali senza occupazione. Disdette pari al 100% anche per i mesi estivi. Chef, Camerieri, Barman, addetti alla Reception e alla manutenzione tra le vittime.
Ci sono le prime vittime da epidemia da coronavirus nel territorio della provincia di Messina. Sono i posti di lavoro stagionali legati al Turismo. Sono quei camerieri, quegli addetti ai desk, quegli chef, quegli aiutanti di cucina che lavorano da metà aprile a ottobre. E che poi continuano a percepire un reddito grazie alla disoccupazione. Adesso non ci sarà il lavoro stagionale e non ci sarà la disoccupazione. A darne notizia è il sindacato Cgil che ha fatto una stima precisa del danno collaterale da coronavirus al sistema economico della provincia. “Non solo è saltato l’avvio della stagione turistica che in Sicilia ha inizio con le vacanze pasquali- spiega il segretario generale della Cgil Messina Giovanni Mastroeni- ma il grande pericolo è di aver compromesso la successiva stagione estiva vista la quasi totalità delle disdette rispetto alle prenotazioni”. Il sindacato mette in risalto i numeri di questa nuova crisi economica per il territorio messinese, e le nuove richieste di sostegno avanzate per i lavoratori di un comparto fondamentale. In provincia di Messina, nel principale polo turistico di Taormina, in quello delle Eolie e in quello nascente dell’Agriturismo dei Nebrodi, restano a braccia conserte circa 16.500 lavoratori. Oltre al danno la beffa sottolinea il sindacato: “Nel Decreto nazionale del governo emanato il 16 marzo, all’articolo 28, è stata prevista un’indennità una tantum di 600 euro per i lavoratori stagionali del turismo. Dovrà essere presentata una domanda all’Inps. Le sedi della Cgil sono già allertate. La Cgil e il Sindacato Confederale unitario a livello nazionale e regionale hanno chiesto ulteriori e maggiori interventi di sostegno al reddito per gli stagionali del turismo. L’epidemia è arrivata quando stavano per scattare le assunzioni. La conseguenza di tale gravissima crisi sarà non solo la perdita di mesi di lavoro, ma anche la perdita della disoccupazione-naspi.