Capodanno in India. Sapori e profumi
I profumi non si possono ancora fotografare o trasmettere, ma sono i protagonisti assoluti del mercato di Mumbai, nel cuore di un’India dai mille volti, in cui miseria e ricchezza convivono in una millenaria apatia. Viaggiano quasi su dimensioni parallele, ignorandosi l’un l’altra in un labirinto di caste la cui chiave di volta è comunque il cibo.
È la tradizione culinaria che crea l’identità unica, quell’indescrivibile effluvio di buono, che stimola i sensi dei visitatori nei mercati delle spezie. Anche per il viaggiatore straniero si tratta, ormai, comunque, di odori familiari, di un retrogusto ben noto di cúrcuma, comino ed estratti di soya, entrato di forza nelle ricette degli chef più all’avanguardia, attenti ed aperti alle contaminazioni culturali che vengono dall’Oriente. Così, il riso, rigorosamente “basmati”, insieme alla carne d’agnello o di pollo, sono la base dalla quale partire per esaltare l’enorme potenzialità della cucina speziata indiana. Le regole religiose, che impediscono di mangiare carne bovina e di maiale, si trasformano, in ricette che danno ancestrali emozioni, in cultura antica del gusto, giunta fino all’Europa attraverso le perseveranza delle famiglie migranti. Per regalarci un metodo d’approccio al cibo che può rivoluzionare il nostro menù di Capodanno.