Arte, musica, letteratura e gastronomia. Al Museo di Messina il gran finale di “Echi d’infinito”
Il “MuMe” apre le porte alla città con la manifestazione ideata dalla madrina di Taobuk, Antonella Ferrara. Si aprono le sale dominate da due capolavori dello scultore e architetto fiorentino Fra’ Giovanni Angelo Montorsoli, il Nettuno e la Scilla, la Sala Caravaggio con l’estatica Adorazione dei Pastori e la soggiogante Resurrezione di Lazzaro, Michelangelo Merisi con gli epigoni, ossia i Caravaggeschi, il Polittico di San Gregorio di Antonello da Messina.
Eccezionale riscontro di qualità e di pubblico per la rassegna “Echi d’infinito”, voluta dall’Assessore Regionale alla Cultura e all’identità siciliana Elvira Amata e ideata da Antonella Ferrara, fondatrice e presidente di Taobuk – Taormina International Book Festival. Una formula innovativa per attirare residenti e turisti nei siti storici attraverso eventi e spettacoli variegati, in grado di accendere l’interesse di un’utenza allargata, oltre gli abituali visitatori dei luoghi d’arte.
Dal 23 al 30 dicembre, una cavalcata trionfale ha toccato sette tappe del versante sia orientale che occidentale dell’Isola: l’Oratorio San Lorenzo e la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria a Palermo, il Castello Lauria di Castiglione di Sicilia, il Grifeo di Partanna Trapani e quello della città murata di Milazzo. Gli ultimi due appuntamenti hanno invece lambito la riviera ionica. Oltre mille persone hanno applaudito e cantato con vibrante energia sulle note del gruppo newyorchese The Brooklyn Gospel Harmonettes, che si è esibito sul palcoscenico del monumentale Teatro Massimo Bellini, coproduttore dell’evento. Altrettanto entusiasmante il gran finale al Museo interdisciplinare di Messina.
Gli spettatori hanno raggiunto la sala dominata da due capolavori dello scultore e architetto fiorentino Fra’ Giovanni Angelo Montorsoli, il Nettuno e la Scilla. Un approdo di indubbia suggestione, dopo aver ammirato i reperti en plein air e aver (ri)scoperto all’interno la Sala Caravaggio con l’estatica Adorazione dei Pastori e la soggiogante Resurrezione di Lazzaro. Michelangelo Merisi, dunque, in buona compagnia con gli epigoni, ossia i Caravaggeschi esposti nelle altre sale che conducono appunto alla Montorsoli. Un susseguirsi di emozioni, quali quelle sprigionatec dal Polittico di San Gregorio di Antonello da Messina.
Come ha dichiarato Orazio Micali, direttore del MuMe: “Per volontà dell’Assessore regionale alla Cultura Elvira Amata, il Museo è stato e sarà aperto alla città anche di sera. Un’opportunità unica, perché i cittadini possono visitare ‘fuori orario’ un patrimonio che è il loro, guardare alla storia della propria città, farlo attraverso uno spettacolo variegato che accrescere ancora di più la curiosità. Alle famiglie è stata offerta l’opportunità di visitare il MuMe serenamente, in una fascia oraria in cui non sono impegnati in attività lavorative o anche domestiche. Un modo nuovo, diverso ed aggiuntivo, per poter fruire di una realtà che deve entrare a far parte stabilmente della vita culturale della comunità”.
Il merito di “Echi d’infinito”, va ribadito, sta anche e soprattutto qui: avere fatto scoprire ad una fascia di utenza non abituale manufatti architettonici e tesori d’arte. E averlo fatto attraverso una proposta di intrattenimento attraente e variegata, stimolo di una valenza culturale declinata al plurale. Che ha avuto il proprio culmine proprio al MuMe, con un riacquistato senso di consapevolezza del patrimonio artistico zancleo.
“Siamo molto orgogliosi – evidenzia Antonella Ferrara, presidente di Taobuk – della sinergia stretta con l’Assessorato guidato da Elvira Amata e degli straordinari risultati ottenuti dalla rassegna, nonostante i tempi strettissimi per la realizzazione di un evento pensato per valorizzare in modo innovativo siti storici, musei e teatri, chiese e castelli, facendoli diventare luoghi di aggregazione per linguaggi eterogenei e per pubblici che normalmente non sceglierebbero questo genere di location, e sono invece stati attratti dal richiamo trasversale di iniziative tanto poliedriche. Grazie ad “Echi d’infinito”, letteratura e arte figurativa, musica e danza rivivono insieme e si fondono con i siti: un connubio che è sintesi di una potente e luminosa ‘materia viva’, fruita attraverso l’incrocio dei linguaggi e dei generi, soprattutto in un museo che raccoglie, al suo interno, opere che vanno dal mondo classico fino ai capolavori di sommi artisti, quali Antonello da Messina e Caravaggio”.
La serata al MuMe è stata aperta da dieci performer diretti da Marco Savatteri nella sua creazione “Al passo coi templi- Experience”, viaggio nel mondo del mito greco classico, tra danza divinatoria e rituale.
Musiche originali, nella forma di canti a cappella, davano forza alle movenze degli interpreti, simili a statue viventi, plasmati con tuniche di ispirazione greca.
Senza soluzione di continuità giungeva la vibrante lettura di David Coco, attore teatrale e cinematografico tra i più importanti della sua generazione, che ha fatto rivivere significative pagine della letteratura siciliana del Novecento, dalle “Cento Sicilie” di Gesualdo Bufalino per risalire al “Gattopardo” di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Un percorso da cui emerge una Sicilia plurale, conseguenza delle stratificazioni di civiltà che si sono succedute e sedimentate nella Trinacria, senza impedire – galvanizzato anzi – la formazione di un’identità unica, salda, infungibile.
In tale crescendo di temperatura emozionale, si innestava il Gospel show di Sherrita Duran e del suo esemble, formato da 4 vocalist e un trio strumentale di bassista, pianista e batterista, per un itinerario lungo i canti natalizi della tradizione afroamericana ma anche europea, senza contare i brani composti con fine sensibilità dalla stessa Duran, voce e timbro sopranili, che all’ampia estensione vocale abbina una notevole versatilità stilistica, che le consente di trascorrere dal classico alla trazione, dal pop al musical. Piena di grazie estetica non meno che interiore, profondamente religiosa e legata al messaggio evangelico, l’artista californiana ha saputo trasmettere un profondo messaggio spirituale di pace e fratellanza a suggello di una serata che rimarrà lungo nella memoria degli astanti, accompagnati nei diversi passaggi dall’elegante e competente conduzione affidata, come per il concerto catanese, alla giornalista Elvira Terranova, caposervizio dell’Agenzia di stampa Adnkronos, di cui guida la Redazione Sicilia.
A conclusione l’immancabile brindisi augurale, abbinato alla degustazione di prodotti tipici dell’enogastronomia siciliana.