Anche la mafia decide tutto a tavola: A pranzo o a cena…
Dai vecchi boss alla rivelazioni dei summit della mafia dei Nebrodi.
Il cibo per accompagnare decisioni che riguardano la vita e la morte.
L’Italia è un paese dove tutto, o quasi, si decide a tavola. Proposte di lavoro o matrimonio, affari o accordi, politica o associazionismo, e persino destini dello sport. La mafia, così come le altre associazioni criminali non potevano certo esimersi dal rispettare questa tradizioni italica. E così anche dall’ultima operazione contro la mafia dei Nebrodi vengono fuori cene a base di aragoste.
Le indagini rivelano di un summit con cena a base di ostriche, frutti di mare, aragoste, astice e spigola. Come ha scritto il gip Mastroeni si tratta di una vera e propria riunione mafiosa per consentire una interlocuzione riservata a due esponenti. Cosa c’è di nuovo sotto il sole? Nulla. La letteratura e la filmografia ci hanno abituato a momenti conviviali in cui si prendevano delle decisioni importanti. O ancora, come si vede nel film il traditore di Marco Bellocchio c’è un brindisi quando salta in aria Giovanni Falcone, uno dei due giudici simbolo della lotta alla mafia. Nello scorso gennaio 2019 viene fuori che in una riunione della Cupola, dove si doveva discutere il dopo Riina, era stato attrezzato un tavolo con tanti dolci da poter gustare mentre si prendevano decisioni importanti sul futuro di Cosa Nostra.
Ma anche in passato. 7 anni fa nel 2013 Attilio Bolzoni e Salvo Palazzolo nell’articolo intitolato “Quando Cosa Nostra si siede a tavola” scrivono di grandi abbuffate documentate dalle forze dell’ordine: “La mafia siciliana ricomincia dalle abbuffate. Con banchetti che non finiscono mai, summit in sfarzose sale riservate, boss che s’ingozzano. La Cupola (o quel che ne resta) si ritrova a tavola. Prima c’è sempre la “mangiata” e poi la “parlata”.
Ultime notizie dal mondo di Cosa Nostra: gli uomini d’onore, notoriamente ingordi, approfittano della cucina per rimettere in piedi un’associazione che dalle stragi del 1992 ha perso pezzi e reputazione criminale. Così la mafia riprende da dove aveva iniziato: dallo schiticchio, che in lingua siciliana è, più o meno, il pranzo solenne. I mafiosi hanno bisogno di incontrarsi, di contarsi, guardarsi in faccia. E, come in passato, sono tornati a fare bisboccia. Le loro riunioni, accompagnate da sovrumane avventure gastronomiche, sono state tutte documentate in diretta dai carabinieri. Telecamere, microspie, registrazioni audio e video. La nuova classe dirigente di Cosa Nostra è stata più volte ripresa — dal febbraio 2010 al maggio del 2013 — mentre tentava di darsi un governo. Prove di Cupola fra i fornelli. Ostriche, panelle e champagne. È il menù preferito dai parvenu di Cosa Nostra”.
La rappresentazione del mafioso a tavolo scatena l’immaginario collettivo.
La narrazione mediatica di Cosa Nostra, come ho potuto appurare in una recente ricerca che ho svolto, è caratterizzata da momenti di forte drammatizzazione e spettacolarizzazione, nel momento in cui la mafia opera un salto di qualità nell’aggressione alle istituzioni , non ha contribuito alla costruzione di una coscienza collettiva radicata nella società italiana della pericolosità delle organizzazioni mafiose. Del resto il crimine organizzato per sua natura resta impalpabile, si insinua nella struttura economica del paese. Se le mafie non uccidono diventano invisibili. Così nell’opinione pubblica essa appare come un fenomeno globale e quindi distante, che non rappresenta un rischio reale nel territorio, specialmente nel Nord Italia, proprio perché non c’è più violenza.
La comunicazione della mafia è molto più di un linguaggio: non è solo un codice, è ragionamento, una combinazione tra delirio e logica, tra paranoia e razionalità. Una mafia pronta anche ad imparare i processi di comunicazione per far vincere il male sul bene. Si pensi alla vicenda di Vincento Torcasio conosciuto come “u Giappone” che la sera in cui il giudice di Catanzaro gli aveva inflitto 30 anni di carcere, il 14 febbraio 2017, festeggiava San Valentino con la sua compagna in un ristorante con tanto di selfie.Altro che tavolate…siamo alla vetrinizzazione…spinta.