Ama, Fiore e John, il contenuto di un’italietta capace di trasformare talenti in “Qua, Qua”.
Una subcultura stupida, bischera e da balletto di tiktok incapace di distinguere la grandezza del talento, la maestosità dell’emozione ( Giovanni Allevi docet) e la banalità della cazzata a tutti i costi e per tutti i gusti. Ma per cachet si fa di tutto come un “contenuto” su Only-Fans.
Lui è più che un ballerino internazionale: un Golden Globe, una leggenda. Poi ci sono loro Ama e Fiore; lo invitano al Festival della canzone italiana, la buttano in gigionata, lo mettono al passo nel “Ballo del qua qua”.
Si potrebbe considerare uno sketch, una gag, una boutade. Sono tanti i termini esterofili per stabilire il confine tra l’ironia e la comicità, tra lo scherzo e la banalità, tra l’istrionico e la nullità.
Il contenuto che va in pasto a milioni di telespettatori,è un momento italico, imbarazza a molti. Chi tocca i miti lo sa occorre maneggiare con cura. Sui social si tuona alla lesa maestà.
Eh si perché c’è contenuto e contenuto. Anche questa espressione, oggigiorno, si è fatta sincretica di una molteplicità di significati. Tutto è “contenuto” : dal culo in mostra su Only-Fans ad una conferenza di Noam Chomsky.
La massa contenitiva partorisce un nuovo mestierante il “content creator”. A noi la fatica di distinguerlo dal “deficient creator”.
Ma al di là della divagazione il contenuto di Ama e Fiore c’è: l’Italietta stupida, bischera e da balletto di tiktok incapace di distinguere la grandezza del talento, la maestosità dell’emozione ( Giovanni Allevi docet) e la banalità della cazzata a tutti i costi e per tutti i gusti.
Poi, per carità, per cachet si fa di tutto. Anche “Qua, qua”.