Agricoltura, arriva il vivaio trasportabile ad impatto zero e rende tre volte di più.
I risultati del progetto “Celavie” sono stati presentati alla Lumsa di Palermo nella conferenza conclusiva, secondo il della presidente Coreras “Cambierà l’orientamento della produzione agricola”
Cicli biologici multipli, da tre a otto all’anno a seconda delle specie vegetali, media di attecchimento pari all’86% e una resa produttiva da 1,5 a tre volte più alta rispetto alle normali coltivazioni in campo aperto. Tutto senza uso di fertilizzanti, pesticidi o altre componenti chimiche, senza emissioni inquinanti, con risparmio d’acqua dal 90% in su ed energia autoprodotta da fonti rinnovabili, in un sistema fuori suolo a circuito chiuso dotato di autonomo microclima e quindi adattabile a qualsiasi contesto ambientale.
Cifre che fotografano, a fine sperimentazione, i risultati ottenuti con la Cellula della vita, innovativo vivaio tecnologico e trasportabile realizzato a Palermo.
Circa 975mila euro il budget totale, per il 10% coperto dai partner con risorse proprie. I report scientifici sono stati illustrati ieri presso la Lumsa di Palermo, dove si è svolta la conferenza finale.
Celavie, avviato due anni e mezzo fa, è stato attuato dal Consorzio regionale per la ricerca applicata e la sperimentazione – CORERAS insieme con Université de Sfax, Consiglio nazionale delle ricerche – CNR (istituti IAS, IBBR e ISMed), Green Future srl, Union tunisienne de l’agriculture et de la pêche – UTAP e Association de la continuité des générations – AGC. Come partner associati ne hanno fatto parte anche il GAL Elimos, l’Ente di sviluppo agricolo – ESA, l’Association pour la conservation de la biodiversité dans le golfe de Gabès e l’Union régionale de l’agriculture et de la pêche.
La Cellula della vita è una “capsula” di sei metri per tre, alta due metri e mezzo, nella quale è racchiuso un impianto acquaponico, cioè una comunità biologica in scala ridotta che alla coltura vegetale fuori terra (idroponica) unisce l’allevamento di animali acquatici. Nel prototipo questa metodologia è stata integrata con le dotazioni tecnologiche necessarie per garantire autosufficienza energetica, autonomia climatica, gestione e monitoraggio dei cicli biologici (anche a distanza). Per un anno e mezzo, dopo le fasi di progettazione e costruzione, i test hanno riguardato alcune essenze vegetali nei letti di coltura disposti verticalmente su più livelli, principalmente pomodoro, basilico, lattuga, peperoncino e sedano, e contemporaneamente, nelle vasche sottostanti, specie d’acqua dolce come granchi di fiume, carpe e gambusie.
Più in dettaglio, considerati i vari fattori tra cui densità d’impianto, rateo di radicamento, tempi di germinazione e durata delle colture, il gruppo di lavoro ha potuto calcolare per la lattuga (8 cicli/anno) una resa produttiva 3 volte superiore a quella di una coltivazione in pieno campo, per basilico e sedano (entrambi 7 cicli/anno) una resa 2 volte superiore, per le piante di pomodoro (4 cicli/anno) e peperoncino (3 cicli/anno) una resa pari a 1,5 volte quella della normale coltivazione su suolo. Positivi anche i riscontri sull’ambientamento degli animali acquatici. Per la gambusia, ad esempio, sono stati ottenuti eventi riproduttivi su base mensile, con una densità riproduttiva di 35 unità per litro e il raggiungimento della misura commerciale minima entro 45 giorni dalla nascita. In generale, la Cellula può essere configurata in modo flessibile per varie e specifiche esigenze produttive.
La Cellula della vita si presta molte diverse applicazioni, per scopi alimentari ma anche di natura sociale, didattica, commerciale e ambientale. Con le sue produzioni fuori suolo a impatto zero potrà, fra l’altro, rappresentare una ciambella di salvataggio per quei terreni la cui fertilità è minacciata dai cambiamenti climatici, dalle attività umane tra cui l’agricoltura intensiva e da altri fattori (e a proposito della Sicilia, secondo uno studio con previsione al 2030, tre quarti del territorio dell’Isola sono a rischio di desertificazione, termine che definisce la totale perdita della sostanza organica da cui dipendono sia la fertilità e la produttività del suolo che la sua capacità di drenaggio).
La Cellula potrà essere utilizzata come fonte di cibo a chilometri zero per piccole comunità in zone difficili da rifornire, oppure dove scarseggiano risorse idriche, aree coltivabili e mezzi, o per sostenere attività agricole o di acquacoltura, o per ripopolare gli invasi. E ancora, in situazioni di estrema emergenza, per esempio paesi isolati per frane o terremoti, o per finalità umanitarie, per esempio come supporto alimentare nei campi profughi, e poi anche per attività didattiche. Potrà servire ad aziende, scuole, istituzioni, gruppi di lavoratori in zone remote.