Le coppie in post-pandemia: scoppia la crisi per oltre la metà all’ombra di internet
“Quella che stiamo vivendo non solo una rivoluzione tecnologica fatta di nuovi oggetti, ma il risultato di un’insurrezione mentale. Chi l’ha innescata – dai pionieri di internet all’inventore dell’iPhone non aveva in mente un progetto preciso se non questo, affascinante e selvaggio: rendere impossibile la ripetizione di una tragedia come quella del Novecento. Niente più confini, niente più élite, niente più caste sacerdotali, politiche, intellettuali. Uno dei concetti più cari all’uomo analogico, la verità, diventa improvvisamente sfuocato, mobile, instabile. I problemi sono tradotti in partite da vincere, in un gioco per adulti-bambini”.
Alessandro Baricco nel suo libro The Game, scritto prima della pandemia, ci aveva avvisato sui rischi ipertecnologici. Ora la partita da vincere è quella delle relazioni affettive, già liquide, come affermava il sociologo Zygmunt Bauman, ma messe a dura prova dal virus killer Covid 19.
L’ultima indagine CAWI-SWG, su un campione di 818 rispondenti, rappresentativo nazionale di maggiorenni, rilevato dal 9 al 12 giugno ci racconta un’Italia trasformata nelle relazioni affettive, con una coppia stabile su 10 che non ha superato la coabitazione forzata. In diversi webinar e conferenze a cui ho partecipato come relatore ho sempre avvertito che i rischi di separazione del dopo lockdown sarebbero stati tanti.
Riprendendo le esperienze già fatte per esempio dai cinesi che il giorno dopo il libera tutti sono andati ad affollare lo sportello delle separazioni. Ma torniamo in Italia. Le narrazioni delle pubblicità del periodo di quarantena o i video sui social ci raccontavano un’Italia mielosa e innamorata.
I risultati della ricerca CAWI-SWG ci presentano un altro BelPaese. Le coppie che hanno dichiarato di aver problemi, magari parzialmente o totalmente risolti, sono il 33% della popolazione, mentre il 43% ha visto traballare un rapporto stabile. Ma se le coppie che abitavano sotto lo stesso tetto hanno avuto i problemi (il 3%) durante il lockdown il distanziamento e quindi la lontananza ha fatto separare un po’ di innamorati che vivevano separati. Il 25% non è sicuro di continuare la relazione, e il 6% invece dichiara non aver superato le difficoltà e ha chiuso. In totale il 31% degli innamorati non conviventi hanno avuto molti problemi per la lontananza, che ormai parafrasando una vecchia canzone, non è più come il “vento” ma come il “virus”.
Ma c’è un piccolo dato incoraggiante. Il 14% del campione intervistato ha giurato di aver iniziato una storia a distanza durante il lockdown. Galeotte le nuove tecnologie. Il 58% con una persona conosciuta di recente, anzi durante la pandemia e il 42% con persone conosciute da tempo. Questo certifica che ormai gli amori nascono e crescono in rete. Videochat, messaggini, smile, sono diventati i nuovi mezzi per conoscere e coltivare relazioni e sentimenti.
I social network sono diventati il mezzo più usato. Con nuovi codici e nuovi linguaggi, è vero. Ma ormai le relazioni in presenza sono davvero relative. E se la prima speranza era quella che saremo migliori dopo Covid 19, al momento il dato certo è che di coppie il virus ne ha messo in difficoltà tantissime. Magari sono venute fuori per la coabitazione vecchi e incresciosi problemi che nella quotidianità, incontrandosi poco e frequentandosi meno, erano finiti in soffitta. Difficile pensare che torneremo indietro sull’uso delle tecnologie che saranno sempre più presenti, addirittura invadenti o invasive. Anche nelle relazioni affettiva. Bauman ci aveva messo in guardia.
“Internet rende possibili cose che prima erano impossibili. Potenzialmente, dà a tutti un comodo accesso a una sterminata quantità di informazioni: oggi abbiamo il mondo a portata di un dito. In più la Rete permette a chiunque di pubblicare un suo pensiero senza chiedere il permesso a nessuno: ciascuno è editore di se stesso, una cosa impensabile fino a pochi anni fa. Ma tutto questo – la facilità, la rapidità, la disintermediazione – porta con sé anche dei problemi. Ad esempio, quando lei esce di casa e si trova per strada, in un bar o su un autobus, interagisce volente o nolente con le persone più diverse, quelle che le piacciono e quelle che non le piacciono, quelle che la pensano come lei e quelle che la pensano in modo diverso: non può evitare il contatto e la contaminazione, è esposto alla necessità di affrontare la complessità del mondo. La complessità spesso non è un’esperienza piacevole e costringe a uno sforzo. Internet è il contrario: ti permette di non vedere e non incontrare chiunque sia diverso da te. Ecco perché la Rete è allo stesso tempo una medicina contro la solitudine – ci si sente connessi con il mondo – e un luogo di “confortevole solitudine”, dove ciascuno è chiuso nel suo network da cui può escludere chi è diverso ed eliminare tutto ciò che è meno piacevole”.
E’ questa la nuova insidia per le nostre relazioni affettive, per le amicizie, gli amori, i rapporti familiari.
Riflettiamoci.