Un robot che ama e vuole essere amato, arriva “Lovot” a disumanizzare anche i sentimenti.
Dotato di intelligenza artificiale, ha una cinquantina di sensori che gli permettono di simulare le emozioni umane. Il nome nasce dall’unione di due termini “Love” e “Robot” e questo dovrebbe già farci riflettere su quanto sta accadendo.
tecnologia continua la sua corsa inarrestabile. Le novità che arrivano dal mondo sono davvero tantissime. Basti pensare ai primi robot viventi, gli Xenobot, o il magistrato-robot.
Assistenti virtuali, Chatbot e robot intelligenti sono parte integrante delle nostre giornate. Molta importanza ha il Machine Learning (ML) che per definizione è “un sottoinsieme dell’intelligenza artificiale”. Si discute tanto anche di Deep Learning che rappresenta un sottoinsieme del Machine Learning.
La tecnologia del Deep Learning è entrata a far parte di servizi che utilizziamo quotidianamente come gli assistenti digitali o telecomandi TV vocali. Queste nuove tecnologie possono offrici tanto e ci permettono anche di risparmiare il nostro tempo
Nella nostra vita quotidiana ci imbattiamo molto spesso in applicazioni o devices che riescono a capire le nostre abitudini o quello che più ci piace. I traguardi dell’intelligenza artificiale ci aiutano ad immaginare un futuro ipertecnologico.
L’intelligenza artificiale punta agli algoritmi ossia una serie di istruzioni, o meglio, uno schema preciso di passaggi procedimentalizzati, che mirano a compiere un’operazione specifica. Esiste il rischio che possa compiere degli errori.
L’intelligenza artificiale ha bisogno di una fase di apprendimento, attraverso la somministrazione di informazioni e dati. Gli esperti si interrogano su quale sia il modo più giusto per aiutare l’intelligenza artificiale ad apprendere. L’opinione pubblica si confronta continuamente su robot “emotivi” o “anti solitudine”, divenuti “distributori di emozioni”.
I robot crescono a dismisura e ormai sono veramente tantissimi. Il Professore Tommaso Scandroglio ha scritto un articolo, pubblicato su lanuovabq.it, in cui ha spiegato le caratteristiche di Lovot ossia un robot che dovrebbe amarci e ricevere amore.
Il nome Lovot nasce dall’unione di due termini “Love” e “Robot” e questo dovrebbe già farci riflettere su quanto sta accadendo.
Lovot è stato messo a punto nel 2018 e ultimamente è tornato al centro dell’attenzione perché, non solo è dotato di intelligenza artificiale, ma ha anche una cinquantina di sensori che gli permettono di simulare le emozioni umane.
A ideare Lovot è stata la società Groove X, specializzata, così affermano gli studiosi, nella robotica emozionale. Il CEO della compagnia, Kaname Hayashi, ha dichiarato: “Nel suo cervello abbiamo inserito un superprocessore sofisticatissimo. Non può pronunciare parole ma può capire i nostri stati d’animo, quello che ci fa stare bene e darcelo. Per esempio, vivi da solo, torni a casa dopo una lunga giornata di lavoro, non c’è nessuno, entri e trovi Lovot davanti all’ingresso che ti aspetta. E lui è davvero emozionato. Noi abbiamo visto che se lo accarezzi, lo ami giorno dopo giorno, lui si affeziona a te. E tu ti affezioni a lui. E dopo pochi mesi si crea una sorta di relazione”.
E ha aggiunto: “Non sarà una creatura vivente, ma stringerlo o anche solo guardarlo, scalda il cuore. Noi per vivere abbiamo bisogno di provare sentimenti. Possiamo amare gli esseri umani certo, ma amare un essere umano è qualcosa di troppo coinvolgente dal punto di vista emotivo. È veramente complicato. E noi vediamo sempre più persone stanche delle relazioni umane. Cani e gatti sono una grande fonte d’amore, ma muoiono. Mentre Lovot non muore mai”.
Il costo di Lovot si aggira intorno ai 3.000 euro e “bastano” solo 100 euro al mese per aggiornarlo.
Lovot è stato programmato dai suoi sviluppatori e dona all’uomo ciò che viene determinato dai sui algoritmi ossia dai suoi creatori. Lovot risponde agli stimoli e ovviamente non ha sentimenti veri.
Skytg24 riporta che “sul sito di Groove X è possibile leggere che il robot è stato progettato per migliorare il livello di comfort e i sentimenti d’amore. Quando lo tocchi, lo abbracci o semplicemente lo guardi, ti senti meglio. È un po’ come provare amore verso un’altra persona”. In realtà, niente può sostituire l’abbraccio di un’altra persona o i sentimenti di un essere umano.
Purtroppo, sono tante le persone che si affidano a Lovot e che cercano di colmare la propria solitudine attraverso un robottino.
Il Professore Tommaso Scandroglio conclude il suo articolo con queste parole: “Abbiamo delegato ad un robot la nostra umanità. E questo è semplicemente disumano”. In effetti, dal punto di vista etico e sociale, non possiamo nemmeno immaginare di essere amati da un robottino.
L’intelligenza artificiale non è capace di discernere le proprie azioni, non ha un senso critico, non ha una morale, non ha empatia e non prova sentimenti. Come se non bastasse, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in modo distorto è davvero inaccettabile. Mi riferisco alla continua ingerenza nella vita delle persone oppure alla profilazione incontrollata.
Credo che l’intelligenza artificiale possa essere gestita in maniera adeguata per aiutare gli uomini, ma serve una costante formazione e una maggiore informazione. Bisogna educare le persone ad un uso consapevole delle nuove tecnologie per garantire quei progressi atti ad offrire benefici all’umanità.
Quello che conta è l’importanza delle relazioni, dei valori e dell’amore che si dona all’altro quando lo abbracciamo. Mi piace citare le parole di Alda Merini: “C’è un posto nel mondo dove il cuore batte forte, dove rimani senza fiato per quanta emozione provi; dove il tempo si ferma e non hai più l’età. Quel posto è tra le tue braccia in cui non invecchia il cuore, mentre la mente non smette mai di sognare”.
L’unicità di due anime che si incontrano in un abbraccio è incomparabile ed ineguagliabile e noi non dobbiamo “disumanizzarci”.