La Sicilia omaggia la grande tradizione del vino “Perpetuo”.
L’ Isola si conferma territorio di grandi vini, come ha ribadito la seconda edizione del Perpetuo Wine Fest, kermesse promossa dall’Associazione Italiana Sommelier Trapani e dedicata ai vini a carattere ossidativo.
Il 25 e 26 ottobre a Misiliscemi (Trapani) e il 30 ottobre a Taormina Gourmet, evento quest’ultimo ideato da Cronache di Gusto, l’evento enologico con la sua denominazione, ha reso omaggio alla memoria di quel vino con l’obiettivo di far “tornare a parlare” dei vini a carattere ossidativo, tra cui anche il Marsala che ne è senza dubbio alcuno un degno rappresentante, pur ricordando che è figlio di quel vino dei marsalesi più conosciuto come Perpetuo.
Una tradizione siciliana esaltata da tale vino che già nel nome ne chiarisce la genesi e la conservazione in una singola botte; si ottiene così la perpetuazione del vino che invecchia in simbiosi con il contenitore. Ogni volta che si preleva il vino, viene integrato con del nuovo preferibilmente dello stesso tipo; un “rabbocco perpetuo” che mischia le annate e si carica di tutte le sostanze organolettiche cedute dalla botte.
Sin dai tempi dei primi colonizzatori fenici e cartaginesi, era il vino delle famiglie contadine di Marsala, il vino del popolo utilizzato per il pagamento del lavoro nei campi in un territorio unico. Una botte di vino perpetuo era la dote per un figlio che contraeva matrimonio ed al quale veniva “affidato” il compito e la responsabilità di tramandare nel tempo il perpetuo, o per festeggiare grandi occasioni e ricorrenze.
La particolarità dei suoli e del clima, le tecniche di coltivazione, l’età dei vigneti “vecchi” di oltre trent’anni, forniscono uve sane a perfetta maturazione con gradazioni alcoliche elevate tra i 17-19% volume. La vinificazione è frutto di uve Catarratto e Inzolia, ed avviene con macerazione delle bucce e pressature energiche permettono quindi di ottenere dei mosti e vini ricchi di polifenoli ed estratti.
I vini generati venivano consumati dalle famiglie degli agricoltori tradizionalisti ma venivano anche conservati, diventando negli anni un patrimonio inestimabile per le famiglie;
Le Masterclass della kermesse dell’Ais-Trapani, hanno suscitato l’interesse del pubblico per le origini e l’evoluzione di un vino icona, il Vecchio Samperi vino bianco leggendario ottenuto senza fortificazione ma sottoposto a un invecchiamento ventennale con metodo perpetuo.
Da non segregare alla fine del pasto, da abbinare anzi a formaggi stagionati, a carni brasate, rombo al forno, bottarga e ostriche. Attenzione anche sui vini Perpetuo e sulle diverse sue espressioni, che fondamentalmente non avendo regole segue quelle che si impongono i produttori, pur avendo tutti un fil rouge che li lega al territorio; e infine la terza Masterclass è stata dedicata al Marsala, vino a carattere ossidativo per eccellenza, che quest’anno compie 250 anni. Le Masterclass hanno fatto registrato un banco d’assaggi con oltre 20 aziende della Sicilia Occidentale oltre alla partecipazione dei vini del consorzio Marsala DOC, e tanti ospiti tra cui Oscar Farinetti, imprenditore vitivinicolo, fondatore di Eataly e autore “10 mosse per affrontare il futuro” edito da Solferino che ha presentato durante la kermesse.
Grande interesse anche al convegno su “i vini di Marsala e del West Sicily: quale futuro?” e per la Masterclass presentata a Taormina Gourmet, allo scopo di riunire allo stesso tavolo le aziende, le associazioni, i portatori d’interesse, gli operatori, gli appassionati, e i sommelier.
Dal confronto sonno emerse le enormi potenzialità del territorio trapanese, con le cultivar storicamente presenti come il Grillo o il vissuto di questa zona vitivinicola che ne evidenzia il carattere ossidativo dei vini con un’identità che altrove manca. Se si vuole portare tali vini nel futuro bisogna però essere capaci di fare scelte nuove; immaginare un grande vino bianco da evoluzione, magari fatto da Grillo, non fortificato, con un lieve carattere ossidativo che potrebbe rappresentare una svolta. Un vino fortemente identitario, che appartenga ai vignaioli e ai produttori del trapanese e che dia quindi una spinta a tutti gli altri vini oggi prodotti, che siano essi Perpetuo, Marsala o altro. Si scelga come farlo, con quali regole e in quale casa, ma lo si faccia presto, perché questa potrebbe essere la chiave di volta, e di svolta, di tutto il territorio.