Il primo bacio? Solo dopo il matrimonio.
La storia arriva dal Texas: due giovani si sono baciati per la prima volta sull’altare. I novelli sposi Keylin ed Eleazer Akuchie, entrambi ultra-religiosi, hanno stabilito di non avere contatti fisici prima del matrimonio. Nell’era del consumismo relazionale resistono legami e sentimenti controtendenza ?
La storia che arriva dal Texas è davvero singolare rispetto a quanto accade nella società contemporanea.
Due giovani si sono baciati per la prima volta sull’altare. Un fidanzamento durato due anni e che è stato suggellato dal matrimonio. I novelli sposi Keylin ed Eleazer Akuchie hanno raccontato quale è stata la loro scelta considerata “eroica”. Entrambi ultra-religiosi hanno stabilito di non avere contatti fisici prima del matrimonio. La sposa ha dichiarato: “Non avevo mai baciato nessuno prima e volevo che la prima persona fosse quella che avrei sposato”.
Hanno cercato di resistere alla tentazione in tutti i modi e hanno elaborato numerose strategie come ad esempio: evitare di uscire da soli, intraprendere sport impegnativi e soprattutto pregare.
Il loro sacrificio ha ottenuto il risultato sperato: lo scambio del bacio è avvenuto solo sull’altare.
I due hanno detto felici e soddisfatti: “Ora possiamo goderci gli aspetti fisici del matrimonio ed è ancora più speciale aver aspettato”. Certo, una decisione che ha fatto discutere molto ed è stata ritenuta anche troppo esagerata.
Nell’era del tutto e subito abbiamo bisogno di riflettere e ragionare su quale direzione abbiamo intrapreso. Viviamo sempre connessi e le applicazioni hanno cambiato il nostro modo di relazionarci con gli altri.
In tanti soffrono del dating burnout ovvero degli appuntamenti “usa e getta”, tipici della società guardaroba di cui ha tanto parlato il sociologo Zygmunt Bauman. Continui appuntamenti, romantici e meno romantici, con lo scopo di trovare la persona giusta. Dover incontrare più persone può generare ansia e stress, perché è davvero complesso gestire tanti incontri e tante chat.
Alcuni incontri possono rivelarsi una delusione e questo genera sconforto. Bisogna evitare di continuare a scrollare lo schermo per trovare possibili partner. Curare il proprio stato d’animo è importante e non serve andare alla ricerca spasmodica dell’anima gemella. Inoltre, bisogna fare i conti con fenomeni collegati alle conoscenze online come: il “ghosting”, il “breadcrumbing” e “zombieing”.
Avere a che fare, da un giorno all’altro, con un fantasma o uno zombie non è piacevole per nessuno. Tantissime persone vivono realtà parallele e virtuali, sfruttando anche profili falsi sui social e questo può essere molto grave. L’anonimato rende tutto più pericoloso e chi agisce con un’identità costruita ha già intenzione di recitare una parte e di rispettare un copione ben preciso. Il proliferare di questi profili ha accresciuto il numero delle devianze: challenge pericolosissime, cyber bullismo, sexting, body shaming e ha favorito le attività degli hater. L’invio di immagini al potenziale partner, che magari poi scompare attuando il “ghosting”, significa mettere a rischio sé stessi, la propria privacy e le conseguenze possono essere preoccupanti.
Bauman ci chiarisce un pensiero molto semplice ovvero noi puntiamo al consumismo emozionale, perché abbiamo bisogno di sfruttare le emozioni e le sensazioni. Oggi, grazie ai social cerchiamo la nostra partner, o il nostro partner, come se fosse un prodotto presente all’interno di un grande catalogo. Un mondo veloce in cui è necessario consumare immediatamente qualcosa e ancor peggio qualcuno.
I social network soddisfano il nostro bisogno psicologico di socializzazione, di ricerca di appartenenza e di identificazione. Infatti, le piattaforme scandiscono il tempo, creano veridicità all’interno di frame costruiti per “sostituire” il reale con la sua rappresentazione.
La rete può comportare il rischio di impoverimento culturale che a sua volta può generare analfabetismo emotivo ovvero: la mancanza di consapevolezza e quindi di controllo delle proprie emozioni e dei comportamenti ad esse associati; la mancanza di consapevolezza delle ragioni per le quali si prova una certa emozione; l’incapacità di relazionarsi con le emozioni altrui – non riconosciute e comprese – e con i comportamenti che da esse scaturiscono. Questa tipologia di dinamica comunicativa porta all’individualismo e alla concentrazione su di sé. La nostra realtà è sempre più esposta alle cosiddette “piazze virtuali”, rappresentate dai social network ed è proprio sui social che nascono amicizie e amori.
Tutti ci stiamo abituando a guardare le persone con curiosità le persone come se fossero prodotti da acquistare. Il legame di coppia, o anche di amicizia, deve essere analizzato in termini di “reciprocità”, parola che apre gli orizzonti della scambievolezza biunivoca.
L’amore vero come ha scritto Fabrizio Caramagna, noto autore di aforismi, “è quella cosa che tu sei da una parte e lei dall’altra eppure vi sovrapponete così perfettamente che siete uno e non due. Uno come i piedi, gli occhi, le mani, come i tempi del battito e le forme del respiro. E chi guarda da una parte e poi dall’altra, cercando il due e non l’uno, resta stupito, perché anche lontani il vostro spazio e la vostra anima non si possono dividere con niente”.
I due giovani texani avranno anche aspettato tanto per baciarsi, ma hanno conquistato la felicità e adesso si godono l’inizio di un nuovo cammino insieme. Questa storia veicola un messaggio di speranza: esistono ancora tante persone che conoscono il senso dell’amore e possiedono la capacità di donare sé stesse agli altri. Anche se nella società liquida questa storia non rimarrà tanto impressa per chi crede nel mordi e fuggi….